“Le fiamme che hanno avvolto la mia Gladius sono un affronto al lavoro onesto e alle istituzioni”. E’ pur vero che Basilio Ciaffardoni non ha mai perso il controllo, nemmeno quando, in prima persona, ha rimorchiato la sua imbarcazione in fiamme fino allo scalo di alaggio del porto (leggi l’articolo). Ma oggi è il tempo delle riflessioni. E le sue sono quelle di un uomo che conosce nel dettaglio il mondo della pesca. E ovviamente anche la sua parte più oscura, quella marcia, quella legata a attività criminose che contaminano il settore e che sfociano in sfregi come quello subito dal “Cozzaro nero” sulla Gladius.
Ciaffardoni vorrebbe parlare e vomitare le sue verità. Ma preferisce mantenersi su un’analisi più generale: “L’attività della pesca, e in particolare della mitilicoltura, va regolamentata severamente. Il rogo della Gladius, e non certo perché è la mia imbarcazione, è un chiaro messaggio al mondo di tutti coloro che vogliono continuare a lavorare onestamente nonostante le sofferenze e le difficoltà derivanti da mille cavilli burocratici, legali e fiscali, e alle istituzioni, a 360 gradi. Insomma al mondo dell’onestà e della legge, a tutta la comunità. E’ il mio pensiero. Qualcuno vorrebbe mettere da parte le autorità. E poi, se vogliamo rimanere nel settore, non dimentichiamoci che a pochi chilometri di distanza da qui, altre due imbarcazioni che si dedicano alla pesca delle cozze, hanno subito di recente dei danneggiamenti”. Un guanto di sfida. “Decisamente. La barca era all’interno del porto. E chi ha dato fuoco alla Gladius non era certo un dilettante”. Intanto le indagini dei carabinieri proseguono spedite. Ieri è stato il giorno dei rilievi del nucleo scientifico dell’Arma. Gli investigatori hanno anche a disposizione le immagini delle telecamere della videosorveglianza che dal Comune garantiscono essere in funzione. Ma ci sarà da capire quanto quelle immagini, che inquadrano e controllano la banchina peschereccia, saranno utili a ricostruire cosa è accaduto sul pontile A (a diverse decine di metri di distanza, oltretutto di notte) mercoledì. I carabinieri hanno anche ascoltato alcune persone che avrebbero visto una persona salire a bordo della Gladius, appiccare il fuoco presumibilmente facendo esplodere del materiale incendiario, e poi scappare.
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