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Il cuore di Porto Sant’Elpidio
batte con il Moyto

Moyto cartello Porto Sant'Elpidio

 

di Maikol Di Stefano

Il cartello che è stato affisso all’ingresso di quel che resta del Moyto, lo chalet di Porto Sant’Elpidio dato alle fiamme la scorsa settimana, non ha bisogno di tante spiegazioni. “Avete provato ad ucciderci ma il cuore del Moyto non smette mai di battere”, questo il testo del messaggio che porta la firma della famiglia Amadio.  Parole scritte a caratteri cubitali e indirizzate agli autori dell’incendio doloso che ha distrutto lo stabilimento nella notte del 23 giugno (leggi l’articolo e guarda il video).

Una ‘famiglia’ che va ben al di fuori della cerchia dei proprietari della stabilimento. Lo chalet, già amatissimo prima che venisse dato alle fiamme, è diventato ancora di più in città il simbolo della solidarietà. Da una parte il sindaco Franchellucci, che come gesto concreto di vicinanza si è impegnato a non far pagare TARI e IMU agli stabilimenti danneggiati (le fiamme hanno intaccato anche parte delle cabine de La Vaca Paca). Dall’altra tutti i gestori degli chalet della costa elpidiense che si sono stretti attorno alla famiglia Amadio in una catena di solidarietà unica. Tutte le serate in programma al Moyto non andranno perse, ma avranno luogo, settimana dopo settimana, in forma itinerante nei vari chalet della città.

Intanto le indagini per risalire agli autori del gesto proseguono a tutto campo.


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