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Mezzo secolo di Comunità,
don Franco Monterubbianesi scrive ai Fermani

don franco monterubbianesi

Don Franco Monterubbianesi

“Una sintesi della mia vita si impone: 85 anni, 50 anni di Comunità di Capodarco, 60 anni di sacerdozio. Con umiltà un grande grazie al Signore per la forza che mi da. Mi sono sempre dato da fare con gli ultimi e per gli ultimi. Capodarco, nonostante i suoi limiti, come ci diceva il nostro vescovo Luigi, è sempre una profezia. Per questo è sempre in frontiera sui problemi sociali scoperti, anche se a volte paga duramente il suo coraggio. Ma con il suo aiuto andiamo avanti nonostante tutto. Nuove sfide ci attendono: la crisi dei valori che si riflette sul piano educativo, che per me è il problema dei problemi, la crisi della politica nello smarrimento delle ideologie davanti al liberalismo da tutti accettato. E così il welfare dei diritti, da ricostruire da capo, è la grande impresa che ci aspetta. Ricostruire su quali forze, su quali strategie e soprattutto su quali bisogni emergenti? Per prima cosa ripartendo dal “dopo di noi”, cioè dal problema dei disabili che rimarranno senza genitori. Questo – scrive il fondatore della Comunità di Capodarco – è il primo dramma da affrontare. L’altra grande questione riguarda i giovani, oggi disorientati e senza prospettive di vita e di lavoro. Nel primo caso le famiglie dei disabili diventeranno le protagoniste della legge, recentemente approvata dalla Camera, sul ‘dopo di noi’. Altra affascinante sfida è relativa all’alternanza scuola-lavoro, da far vivere ai giovani in favore del futuro di vita e di lavoro dei disabili, inseriti nelle scuole in una progettualità che si impone e si sta portando avanti in cinque regioni attraverso un progetto dell’Isfol. Soltanto gli enti locali, con tutte le risorse del territorio, si possono fare portavoci di questo rilancio del welfare dei diritti, attraverso una vera e propria economia sociale in cui ogni emarginato che bussa alla nostra porta diventi risorsa e non più assistito. L’agricoltura, facendosi sociale, con i giovani che ritornano ai valori della madre terra di accoglienza, rispetto e valorizzazione dell’ambiente, può rappresentare un ambito davvero rivoluzionario per realizzare ciò. Su questi aspetti noi di Capodarco, insieme al comune di Fermo, stiamo portando avanti progetti precisi ed io seguo con tutte le mie forze lo sviluppo del progetto, credendo soprattutto nei giovani e cercando di dare loro speranze concrete. Per questo il Natale 2016, ricordando quello del 1966 quando iniziavamo 50 anni fa la nostra grande avventura, vorrei celebrarlo con i cittadini fermani il prossimo 27-28 dicembre a Casa Papa Giovanni a Capodarco, per offrire umilmente un messaggio radicale, sintesi del mio lavoro, che dia speranza a tutti. E’ questo il momento giusto se vogliamo uscire dalla crisi che ci circonda per costruire insieme una vera società accogliente e rispettosa dell’uomo e della natura. Grazie per l’affetto e la stima che sempre mi ha circondato nei miei 50 anni di lavoro”.


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