Tra le numerose associazioni paesane, “La Fenice” merita un riconoscimento particolare. È una scuola di danza e musica (vocale e strumentale), ossia di due arti che hanno l’encomiabile potere di confortare la vita e ingentilire i costumi. Per non parlare della musicoterapia, ossia della cura mediante la musica, proposta da alcuni nel trattamento di malattie mentali e affezioni psicosomatiche. Sbagliamo oppure anche qualche risveglio dal coma è stato attribuito alla musica? Non a caso danza e musica nella mitologia classica ebbero la protezione di particolari divinità, le Muse.
“La Fenice”, diretta attualmente dal prof. Vincenzo Pasquali, sorta una trentina di anni fa, si è via via affermata per organizzazione e qualità di insegnamento, attirando numerosi allievi anche dai centri vicini. Né sono mancate interessanti iniziative artistiche-culturali, come per esempio il concerto (flauto dolce e organo) del premiato “Duo1702”, danese.
Il riconoscimento di avere questa bella scuola ci fa venire in mente una considerazione. Visto che Amandola ha sempre avuto in un passato non lontano una tradizionale banda musicale, perché non pensare che da “La Fenice” possa venirne fuori una nuova? Non occorrerebbero poi tanti elementi. Benito Alessandrini, indiscutibile esperto, ci dice che strumenti fondamentali sono tromba, clarinetto, sassofono, cassa e piatti.
Sarebbe bellissimo riavere una giovane banda locale che, tra l’altro, ci libererebbe dalla dipendenza di gruppi musicali di paesi vicini. È questione di volontà o ci sono ostacoli di altra natura?
Di Attilio Bellesi
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