di Giorgio Fedeli
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, lo scorso 7 luglio, dalle stanze della prefettura, lo aveva preannunciato (leggi l’articolo). E così è stato: Chinyere ha ottenuto l’asilo politico. Il provvedimento infatti nelle ore scorse è stato notificato alla moglie di Emmanuel Chidi Namdi, il 36enne nigeriano che ha perso la vita a Fermo dopo una violenta colluttazione con Amedeo Mancini il 5 luglio. La commissione competente ha concesso alla compagna del migrante uccisoo a Fermo lo status di rifugiata. Il ministro aveva ricordato che la vedova aveva sostenuto l’esame per il riconoscimento dello status a inizio maggio insieme al marito. E così ieri mattina, oltre a quello di Chinyere, è arrivato anche quello per il nigeriano scomparso. Intanto nelle indagini sul caso Emmanuel, su cui la magistratura sta facendo chiarezza, si inserisce anche il filone dei messaggi ingiuriosi e razzisti nei confronti della vedova e della presidente della Camera, Laura Boldrini. In questo caso è la giustizia di Prato ad essersi attivata perchè proprio da lì, dal profilo di un esponente delle forze dell’ordine di quella città toscana, sarebbero partiti. Nel mirino delle offese anche un “parroco che ha fatto l’omelia”. Il fascicolo sarebbe stato aperto per “istigazione all’odio razziale e diffamazione”. La magistratura vuole venire a capo dell’autore di quelle parole, della sua identità e capire anche se ci sia stato un furto d’identità, uno scherzo di cattivo gusto o altro. Intanto la procura di Fermo sta rapidamente sistemando tutti i tasselli del puzzle della dinamica dei fatti di quel nefasto pomeriggio del 5 luglio.
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