di Giorgio Fedeli
Sono arrivati stamattina alle 9 in tribunale, accompagnati da quattro agenti della polizia penitenziaria. Sono comparsi davanti al giudice. Poi nuovamente a Marino del Tronto, dietro le sbarre. E per il momento lì dovranno restare. Il giudice, infatti, ha convalidato il fermo di polizia giudiziaria e disposto la custodia in carcere per Martino Paniconi e Marco Bordoni, i due uomini accusati di aver piazzato e fatto esplodere le bombe davanti alle chiese del Fermano: “Chiederemo di essere interrogati da qui a brevissimo – dichiara l’avvocato di Bordoni, Stefano Chiodini – oggi il mio assistito non era in condizioni di rilasciare delle dichiarazioni. E’ problematico e molto emotivo. Si è avvalso della facoltà di non rispondere“. Rischio di fuga? (leggi l’articolo) “Di certo – continua Chiodini – non aveva alcuna volontà o intenzione di fuggire. Sia chiaro che Bordoni non ha alcun collegamento con il mondo ultras o con quello anarchico. Il mio assistito è sconvolto”. Nessun pericolo di fuga nemmeno per Paniconi, secondo il suo avvocato Alessandro Bargoni: “Chiederemo di essere interrogati a breve. Ho chiesto i domiciliari. E’ un soggetto che definirei “semplice”, di certo non è un intellettuale anarchico. Quali sono i motivi del gesto? Andrei piano anche nel dire che lo ha compiuto. Di certo non c’è un pericolo di fuga del mio assistito”.
Intanto emergono le prime intercettazioni, in questo caso a parlare è Paniconi: “Le prove stanno a zero. Aho, che abbiamo fatto le cose a cazzo. Le abbiamo fatte precise. Dna, cose che non esistono. L’unico è quello del lupo (Bordoni ndr) sulla sigaretta”. E ancora parlando dell’innesco delle bombe:”Le ho appicciate tutte io, una volta che ha appicciato il lupo ha fatto i danni ed è rimasta intatta”. Oppure:”La sigaretta si consuma, quando arriva dopo accende dipende dal vento. Abbiamo fatto le prove dentro casa, abbiamo fatto tutte le tempistiche con le micce finte. Con le cose varia dai 3 minuti e mezzi ai 5 minuti. Dipende dal vento”.
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