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Fondi europei per lo sviluppo: Fermo e Macerata le grandi escluse dalla Regione

IL CASO - Il sindaco Paolo Calcinario chiederà l'accesso agli atti per capire i motivi che hanno portato all'esclusione del progetto di Fermo, che avrebbe contribuito ad un ulteriore rilancio del centro storico creando 30 nuovi posti di lavoro per giovani

 

calcinaro

 

di Paolo Paoletti

I progetti di Ancona, Ascoli Piceno e Pesaro-Fano sono le strategie urbane che avranno accesso ai fondi europei per lo sviluppo 2014-2020 destinati a promuovere, attraverso investimenti territoriali integrati (Iti), qualità di vita e sostenibilità nelle aree urbane. Due le grandi escluse: Fermo e Macerata. 

Le tre strategie urbane scelte sono finanziate dai programmi operativi Fesr e Fse Marche. Le risorse complessive, per i vincitori, ammontano a 19,3 milioni di euro, di cui 17,7 di risorse Fesr (sviluppo regionale) e 1,6 di Fse (sostegno al lavoro). Queste ultime agevoleranno le azioni di formazione e creazione di nuova occupazione legate agli investimenti effettuati con il Fesr. La ripartizione del contributo richiesto dalle tre città è il seguente: 6,2 milioni per Ancona – 6,7 milioni per Ascoli Piceno – 6.3 milioni per Pesaro e Fano. I progetti andranno realizzati entro 36 mesi. A fronte del contributo comunitario assegnato, le tre strategie svilupperanno investimenti complessivi pari a circa 30 milioni di euro, nei settori di intervento individuati dai Programmi Fesr e Fse: competitività delle imprese, efficienza energetica, mobilità sostenibile, cultura e attrattività turistica, formazione e nuova occupazione.

“C’è una commissione tecnica e non politica che doveva valutare – commenta il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro –  siamo convinti della bontà del progetto elaborato anche perchè è quello che vedeva la più ampia partecipazione di imprese private che potevano portare immediati benefici a livello occupazionale e parliamo di oltre 30 assunzioni in start up giovanili”. 

Il progetto fermano prevedeva una riqualificazione del centro storico di forte impatto turistico con un percorso innovativo, smart city e non solo.  Era stata studiata anche la partecipazione in un contenitore come quello della ex facoltà di Beni Culturali di start up d’impresa provenienti da tutta Italia e che avevano già dato manifestazione interesse.

“Essendo un bando sullo sviluppo – aggiunge Calcinaro –  i crismi per l’assegnazione immagino c’erano tutti. Andremo a verificare con l’accesso agli atti tutte le singole motivazioni per cui un progetto con queste positività è stato escluso. Tuttavia con altre linee di bando siamo stati già individuati dalla stessa Regione come distretto culturale finanziabile e pertanto stiamo in stretto collegamento cercando di quantificare il finanziamento che ad oggi è stimato superiore al milione di euro”.

 

 


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