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La ricerca di Catiuscia Gasparroni:
“Viva per miracolo, cerco il pirata che mi ha tagliato la strada in galleria”

La Toyota Rav 4 di Catiuscia Gasparroni

La Toyota Rav 4 di Catiuscia Gasparroni

 

di Paolo Paoletti

“Aiutatemi ad identificare l’auto pirata che mi ha tagliato la strada e travolto in galleria”. E’ l’appello di Catiuscia Gasparroni, fermana, che nel pomeriggio dello scorso 2 agosto, mentre stava tornando a casa da Alba Adriatica dopo un appuntamento di lavoro, è stata speronata da un’auto pirata all’interno di una galleria tra San Bendetto del Tronto e Grottammare. Impatto che ha fatto perdere il controllo della Toyota Rav 4 che, grazie ad una tempestiva manovra di Catiuscia, non si è schiantata contro il muro della galleria ma ha fatto un terribile testacoda per poi finire la corsa ‘strisciando’ lungo la parete.

“Un incidente in galleria è davvero pesante – ci racconta Catiuscia al telefono, ha la voce bassa per colpa di un polmone perforato – al di là della ragione o del torto, in incidenti come questo,  conta l’elemento umano. Il fatto di fermarsi, vedere come sta l’altra persona, capire se si è fatta male. Tutto ciò è mancato e si tratta di un aspetto psicologico anche peggiore del dolore fisico”.

Il primo grazie di Catiuscia va alla Polizia Autostradale di Porto San Giorgio che in questi giorni sta lavorando senza sosta per rintracciare l’auto pirata: “Si stanno impegnando tantissimo” spiega alla nostra redazione. Le difficoltà sono tante. Le immagini della Società Autostrade infatti, essendo delle semplici web cam di monitoraggio del traffico, non arrivano ad identificare la targa né, in modo chiaro, il modello dell’auto. La ricerche continuano e l’appello di Catiuscia Gasparroni è rivolto a chi, quel pomeriggio del 2 agosto, si trovava di passaggio in quel tratto.auto distrutta 2

Inizia poi il racconto di quel terribile pomeriggio: “Il traffico in A14 scorre, la radio trasmette I Will Survive di Gloria Gaynor ed io canto. Prima dell’ingresso in galleria mi tolgo gli occhiali da sole e controllo lo specchietto retrovisore. Avevo finito il sorpasso di un camion dell’Autogrill e prima di rientrare nella corsia a destra stavo entrando in galleria. Ad un certo punto non trovo più l’auto che mi seguiva, guardo di fianco: la grande macchina mi stava superando sulla corsia di destra. Rallento per capire cosa vuole fare il tizio con il cellulare all’orecchio. Entriamo in galleria, lui si trova davanti un’auto che va ancora più piano di me, cambia corsia, mi prende all’altezza della ruota davanti destra, e continua dritto, a tutta velocità, come se nulla fosse. Io perdo il controllo della macchina, cerco di evitare il frontale con il muro della galleria. Sopraggiungono il camion che avevo superato e un’altra auto che mi schivano chi a destra chi a sinistra. La loro prontezza mi ha salvato la vita. Io nel frattempo non riesco a fermarmi. Decido di finire la corsa strisciando la parte sinistra della macchina contro il muro”.

auto distrutta 3Il racconto di Catiuscia continua: “Stacco la cintura ma non riesco a togliermela, non posso alzare il braccio sinistro. Mi specchio vedo solo sangue, dal naso e dalla bocca, non respiro bene. Guardo il volante, è piegato, non si è aperto l’airbag. Non si aprono neanche le portiere. Il mio sangue ha macchiato tutti gli appunti di lavoro. Due angeli si sono fermati e mi hanno aiutato a liberarmi della cintura, dicono di non muovermi, mi fanno parlare. Chiedo ad uno di loro di telefonare a mio marito e vedo che non sa mentire che soffre per il fatto di doverlo tranquillizzare. Ricordo la puzza di bruciato dei freni dei tir, le luci delle auto che puntavano verso di me, le facce delle persone che vedevano la mia maschera di sangue”.

Catiuscia che sottolinea anche la grande efficienza dei soccorsi :”Arriva l’ambulanza, controllano gli arti inferiori, la colonna vertebrale, mettono il collare, prendono la centrale, mettono la flebo e si parte. Ospedale di San Benedetto del Tronto, in meno di un’ora mi fanno tutti gli esami. Ricovero per esiti di trauma stradale maggiore: trauma toracico con fratture costali multiple bifocali (dalla IV alla VII), falda pneumatorace sinistra, polmone sinistro bucato, trauma cranico facciale, naso lato destro, escoriazioni del volto e del collo. Sono viva, sono viva. Soffro, soffro tanto dolore ma sono viva”.

Oggi che Catiuscia Gasparroni è vicina ai suoi familiari, nonostante il dolore fisico, è determinata ad andare avanti. Vuole sapere chi c’era alla guida di quell’auto, vuole capire perchè non si è fermato ad aiutarla, perchè quella fuga a tutta velocità. “Era un uomo – ci racconta – io l’ho guardato in faccia, era a destra, l’ho visto. Lui stava parlando al cellulare e mi ha guardato. Ho un flash, lo stemma dell’Alfa Romeo, sicuramente era un’auto grande, dalla riprese però sembrerebbe una Mercedes Serie S o forse Serie E, di quelle abbastanza vecchie”.

Auto distrutta 4


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