di Federica Nardi
(Foto di Lucrezia Benfatto)
«Madre Teresa mi ha donato due gioielli, ora uno ce l’ho in cielo e uno in terra. Li vorrei tutti qua con me». Sono le parole di Lorena Poddine, la madre di Mithun Rossetti, affidate a un’amica che le ha lette per lei, sull’altare della chiesa del Santissimo Crocifisso di Treia. È qui che centinaia di persone hanno dato l’ultimo saluto al 27enne, trovato senza vita domenica, impiccato nell’annesso di una villa di Porto Sant’Elpidio (leggi l’articolo). Una morte sui cui contorni restano ancora molti lati oscuri che i familiari sperano vengano chiariti dagli inquirenti (indaga la procura di Fermo, che ipotizza si sia trattato di un suicidio). «Chi ti conosceva – dice la madre nel messaggio – sapeva che eri la bontà e il rispetto fatti persona. Non sono forse stata degna di avere un figlio come te. Userò fino all’ultimo respiro che ho per trovare la verità sulla tua morte, ci sono troppe cose che non quadrano». La mamma di Mithun ricorda la sua gentilezza, la sua bontà e il suo «sorriso stupendo», lo stesso evocato dalle parole cariche di commozione di un amico che ha detto «ciao Smit (soprannome con cui gli amici chiamavano Mithun, ndr), ti chiediamo di renderci più uniti sotto la luce del tuo sorriso».
Le foto del giovane, sul feretro e intorno all’altare, mostrano il volto di un ragazzo sorridente, amato e benvoluto da tutta la comunità. La sorella Putrìka ha voluto leggere anche lei un messaggio per il fratello, lo stesso che pochi giorni fa aveva affidato a Facebook per ricordarlo: «ciao fratello mio – ha detto – non ti dico addio ma ciao perché so che quando ho bisogno di te ci sei, come ci sei sempre stato». A ricordarlo durante la messa anche il rettore dell’università di Camerino Flavio Corradini (Mithun frequentava Informatica e si sarebbe laureato ad ottobre, ndr): «Abbiamo perso un bravissimo ragazzo, un figlio, un amico, uno studente molto bravo, educato e rispettoso. Un bravo informatico. Mithun però resta nei nostri cuori e nei nostri ricordi, per sempre. Resterà questo meraviglioso interminabile sorriso che aveva sempre ogni volta che passava del tempo insieme a noi. A ottobre capirò come realizzare il suo sogno di laurearsi, ve lo giuro», ha detto ai familiari, che poi ha abbracciato uno a uno. Ad accompagnare Mithun nell’ultimo viaggio anche il coro Helvia Recina diretto dal maestro Sandro Mentoni, che aveva conosciuto Mithun appena arrivato in Italia quando aveva 4 anni. Per lui hanno cantato Shalom, il suo brano preferito. Dopo la messa, officiata da don Pio Pesaresi, che al giovane aveva anche dato la prima comunione della chiesa di Camporota, il corteo si è diretto a piedi nel vicino cimitero. In aria palloncini bianchi, sul feretro decine di rose, rosse e bianche, e una foto di Madre Teresa di Calcutta. Il vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi, ha inviato un messaggio di vicinanza al dolore della famiglia del ragazzo e ha fatto sapere che avrebbe dedicato a lui la messa di oggi. Domenica nella chiesa di Camporota la comunità ricorderà ancora Mithun durante la funzione delle 9,30. Le offerte raccolte oggi pomeriggio andranno alle suore missionarie che lavorano a Calcutta.
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