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Max Fanesi: “La Fermana può fare bene, per l’Eccellenza non male il Montegiorgio”

L'ex centravanti, ora direttore sportivo, analizza il calcio fermano presente e futuro

massimiliano-fanesi

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Canarino a più riprese, vanta 9 gol con la casacca gialloblù della Fermana nello storico anno della Serie B e, in due steps, altrettante stagioni nelle vesti di suo direttore sportivo. Massimiliano Fanesi (foto), in carriera attaccante abilissimo nel gioco aereo e dal mancino implacabile, tolti gli scarpini si è infatti seduto dietro la scrivania dirigenziale. Particolarità, ha collezionato il tesseramento sotto tutte le recenti sfaccettature canarine: atleta nei ranghi della Fermana Calcio 1920, diesse per l’Unione Fermana prima (con tanto di vittoria della Coppa Italia in quel di Rieti valsa la promozione in D) e in ultimo la collaborazione nella Football Club, iniziata tra gli scossoni figli un primordiale budget ridimensionato ma chiusa centrando l’obiettivo della salvezza tranquilla.

Al momento ha sposato il progetto di rilancio del calcio giuliese del faleronense Luciano Bartolini, già presidente della Folgore Veregra, che punta a riportare il rinnovato Real Giulianova dai bassifondi della Promozione abruzzese a palcoscenici superiori, degni del glorioso passato professionistico giallorosso.

Direttore, nonostante si stia occupando principalmente di un calcio gerarchicamente inferiore, che stagione si aspetta dal girone F del Campionato Nazionale Dilettanti?

 “Al suo interno non vedo una squadra che potrebbe recitare già a monte, sulla carta, il classico ruolo di ammazza campionato. Se devo fare un nome, dico che il Matelica potrebbe avere il favore del pronostico leggermente più a favore considerando gli elementi di cui dispone, tanti ed importanti. C’è poi il San Nicolò che sta andando incontro a certe aspettative della vigilia”.

 Che ruolo potrà recitarvi la Fermana?

 “Oltre alle due squadre già citate c’è un gruppetto di vertice dove a mio avviso va inserita con merito. Le risorse impiegate nel progetto calcistico sono cresciute da un paio di anni a questa parte. Il fatto che in rosa c’è un elemento come Molinari, che non ha bisogno di presentazioni, ne è la testimonianza diretta. Questo quanto a suo vantaggio ma, di contro, il rovescio della medaglia è un altro: nel calcio è difficile confermarsi. Considerando l’ottima sua seconda parte della scorsa stagione, chiusa con la conquista dei playoff, la Fermana parte con aspettative diverse che sarà quindi chiamata ad onorare”.

 Da marchigiano, che ne pensa invece del relativo torneo di Eccellenza?

 Nonostante sia partita in maniera non impeccabile vedo una squadra su tutte come favorita per la vittoria finale, la Sangiustese. L’organico di cui dispone è notevole. Credo sia accreditata a puntare molto in alto anche il Montegiorgio. Ad ogni modo, stiamo parlando di un torneo molto equilibrato che necessita di qualche ulteriore giornata per poter ottenere e delineare un suo profilo attendibile.

 Inglobando certamente i canarini ma non escludendo in prospettiva le altre realtà territoriali, cosa manca a suo avviso al fermano per poter salire e restare stabilmente nel professionismo?

 “Non vivendo nel territorio non sono in grado di fare un’analisi perfettamente calibrata a tale realtà. Però, frequentando la zona da tempo, più volte in più stagioni sportive, posso senza dubbio affermare che nel fermano ci sono risorse importanti essendo una delle zone più ricche delle Marche. Cosa manca? Forse la volontà di realizzare concretamente il passaggio dai dilettanti ai prof. Non dico che non ci siano questi intenti ma per metterli in pratica è necessario affidarsi a figure profondamente inserite in certi contesti, realizzare solidi organigrammi specifici e canalizzare, senza sperperi, le risorse necessarie per ottenere certi risultati”.

Paolo Gaudenzi


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