Prosciolto. Insieme a altri 54 nomi illustri della politica regionale (altri 5, tra cui l’ex governatore Spacca, assolti con rito abbreviato perché il fatto non sussiste, e sei rinvii a giudizio). L’ex assessore e vicegovernatore della Regione, oggi deputato Pd, Paolo Petrini era convinto che sarebbe andata a finire così come è andata. Ma oggi l’esponente dem va oltre le mere dichiarazioni di soddisfazione: “Difficile fare un commento, sono passati troppi anni. E le conseguenze di un’inchiesta, legittima, si sono purtroppo già consumate. L’inchiesta, che si doveva chiudere in poco tempo, è andata molto per le lunghe anche se, a mio avviso, l’esito era scontato proprio per la nullità di quanto veniva contestato. Certo però è che i piano personali e politici sono stati compromessi. Io devo solo ringraziare il mio avvocato Valeria Monteccassiano. Eravamo così sicuri dell’esito che non ci siamo nemmeno affannati a presentare dei giustificativi. Non servivano tanto chiare erano le mie azioni politiche nella loro finalità. E poi, diciamoci la verità, rivelare i miei incontri politici avrebbe significato stravolgere l’equilibrio dei ruoli in una democrazia, un ribaltamento dei poteri“. Petrini che, tornando sul piano delle conseguenze politiche della vicenda, aggiunge: “Beh ci sono persone che hanno smesso la loro attività politica o, ripresentandosi, hanno patito delle conseguenze. O altri ancora che magari, avendo delle prospettive politiche, le hanno viste compromesse“.
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