di Paolo Paoletti
Nelle settimane successive al 24 agosto hanno effettuato controlli ad edifici privati e pubblici delle regioni coinvolte dal sisma. Hanno avuto modo d’incontrare persone, confrontarsi con loro, e far capire quanto sia importante conoscere la ‘carta d’identità’ della abitazione in cui si vive.
Molti di questi ingegneri hanno effettuato il corso ‘La gestione tecnica dell’emergenza sismica – Rilievo del danno e valutazione dell’agibilità” emanato dalla Protezione Civile Nazionale Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tra questi anche Michele Tarulli, di Servigliano, anche lui impegnato in prima persona nei rilievi. Da qui l’importanza di una corretta informazione relativa ad alcuni aspetti essenziali, partendo proprio dalla differenza tra agibilità e vulnerabilità sismica.
“Sono partito per le zone terremotate – racconta Michele Tarulli – offrendo volontariamente la mia professionalità per la valutazione di agibilità degli edifici, con il primo turno da martedì 6/9 a martedì 13/9. Credo sia opportuno chiarire il significato di queste verifiche che vengono effettuate avendo trovato tra i cittadini molta confusione”.
Da qui la spiegazione, utile per capire e conoscere meglio l’effettiva sicurezza delle nostre abitazioni: “La dichiarazione di agibilità di un edificio ordinario in fase post sismica, è una verifica a carattere speditivo, formulata sulla base di indicatori di vulnerabilità e danneggiamento direttamente acquisibili sul posto, mediante ispezione a vista e compilando una scheda chiamata Aedes. Pertanto la dichiarazione di agibilità consiste, esclusivamente, nel verificare che le condizioni dell’edificio, quali si presentavano prima del sisma, non siano state sostanzialmente alterate a causa dei danni provocati dal sisma stesso. Non è pertanto una verifica di vulnerabilità sismica del fabbricato, quindi, un edificio dichiarato agibile, non significa che sia adeguato sismicamente”.
L’ingegnere Tarulli entra ancora più nel dettaglio: “La valutazione dello ‘stato di salute’ di un edificio, la si raggiunge con studi specifici di vulnerabilità, condotta da professionisti specializzati nell’ingegneria sismica, mediante modelli numerici appositamente realizzati coadiuvati da indagini dirette sull’edificio, prove sui materiali strutturali e tanto altro. Dobbiamo sempre ricordarci che non è il terremoto che uccide, ma le opere dell’uomo. Allora risulta veramente frustrante, avendo un eccezionale know-how ingegneristico e tecnologico in Italia, piangere vittime ahimè annunciate. Non dimentichiamoci di questa ulteriore tragedia ed investiamo seriamente in prevenzione. Vivere al sicuro dai terremoti si può e si deve”.
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