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In manette la banda del bancomat,
a incastrarli le intercettazioni
nella mansarda di Porto Sant’Elpidio

Il procuratore Giovanni Giorgio e il capitano Raffaele Conforti

Il procuratore Giovanni Giorgio e il capitano Raffaele Conforti

 

di Gianluca Ginella

(Foto di Lucrezia Benfatto)

“Il paese è diventato blu”, questa frase, sentita dai carabinieri della Compagnia di Osimo in una delle intercettazioni alla banda dei colpi ai bancomat ha condotto la procura di Macerata a contestare a due degli indagati il furto alle Poste di Trodica di Morrovalle messo a segno il 5 aprile scorso (leggi l’articolo) e questo ha poi portato alla richiesta di 4 misure cautelari. Per gli inquirenti quella frase era riferita al fatto che venne sbagliata la miscelazione tra ossigeno e acetilene per far saltare il bancomat e l’esplosione che si era generata aveva devastato lo sportello delle Poste e l’inchiostro antirapina, di colore blu, aveva macchiato alcune delle banconote. I carabinieri, coordinati sia dalla procura di Macerata che da quella di Ancona in una indagine amplia che potrebbe portare alla contestazione di una 20ina di rapina in più regioni, avevano accertato, in base anche ad un testimone che aveva descritto il mezzo con cui si erano allontanati i malviventi dopo il colpo (una grossa Audi di colore scuro, i malviventi usavano proprio quel tipo di vettura) che a compiere il colpo erano state due delle 4 persone per le quali a settembre era stato eseguito un fermo per colpi, il 25 settembre, ai bancomat di Villa Musone di Recanati (che era fallito) e di Monte Urano (anche in questo caso era stato solo tentato). Si trattava di Cosimo Iurlaro, 41 anni, e di Omar Bianco, 27, entrambi di Brindisi (leggi l’articolo).

Da sinistra: il maresciallo Enrico D'Addio, il luogotenente Luciano Almiento, il procuratore Giorgio, il capitano Conforti e il maresciallo Emiliano Gatta

Da sinistra: il maresciallo Enrico D’Addio, il luogotenente Luciano Almiento, il procuratore Giorgio, il capitano Conforti e il maresciallo Emiliano Gatta

 

La procura di Macerata ha così potuto chiedere sia per loro che per gli altri presunti componenti della banda una misura cautelare. Questo dopo che a settembre il gip non aveva convalidato i fermi, anche se aveva disposto per tutti la misura dell’obbligo di dimora. Con la nuova richiesta, accolta parzialmente dal gip, Bianco, Iurlaro e Vincenzo Schiena, 38 anni, di Mesagne, sono andati agli arresti domiciliari. Marco Santoro, 25, residente a Carovigno (Brindisi) è stato invece sottoposto all’obbligo di presentazione alla pg. Tra gli indagati c’è anche un pasticcere di Porto Sant’Elpidio che lavora in una nota pasticceria di Civitanova. L’uomo aveva aiutato i malviventi a trovare la mansarda a Porto Sant’Elpidio usata come covo e il garage per nascondere la scottante Audi r6 usata per i colpi. La procura per l’uomo aveva chiesto una misura cautelare, ma il gip ha ritenuto non vi fossero i gravi indizi di colpevolezza.

La vetrata distrutta dopo l'esplosione alle Poste di Trodica

La vetrata distrutta dopo l’esplosione alle Poste di Trodica

Le misure cautelare sono state eseguite in Puglia tra martedì e ieri. A casa di Iurlaro, nascosti in una giacca da donna, i militari hanno trovato 9mila euro in banconote da 50 euro. Per gli investigatori è il provento del colpo a Morrovalle. «Sottolineo l’attività encomiabile dei carabinieri della Compagnia di Osimo» ha detto il procuratore Giovanni Giorgio. Il procuratore ha ricostruito l’indagine fino ad arrivare al furto di Morrovalle. «Il paese blu, è stata una intuizione del luogotenente Luciano Almiento (comandante del Nucleo operativo di Osimo, ndr), che ha compreso che era il riferimento all’Europa che è disegnata su una delle facce delle banconote» ha spiegato Giorgio. Il procuratore ha sottolineato che «siamo nell’ambito di una banda della criminalità organizzata. In base alle intercettazioni ambientali sappiamo che da tempo sono nelle Marche. Sono loro stessi a dire che prima erano specializzati in furti di scarpe, ora invece si concentrano su bancomat e postemat».

Il capitano Raffaele Conforti

Il capitano Raffaele Conforti

Il procuratore ha chiesto le misure perché «anche in relazione al furto compiuto a Morrovalle, ho ritenuto che il quadro fosse ben più grave». Anche perché gli indagati per fare i furti maneggiano esplosivo, e proprio a Morrovalle il postemat era stato devastato dalla deflagrazione per un errore di miscelazione. «E’ una indagine articolata e abbastanza complessa. Le materie esplodenti usate mettevano in pericolo l’incolumità pubblica – ha detto il capitano Raffaele Conforti, che comanda la Compagnia dei carabinieri di Osimo –. L’operazione è stata un porre fine ad un calvario nelle Marche e non solo. Riteniamo che questa banda, di cui fanno parte altre persone, abbia compiuto una 20ina di furti. Alcuni degli arrestati sono affiliati alla Sacra Corona Unità e ad un’altra famiglia importante della Puglia». «Siamo soddisfatti perché pensiamo di aver individuato un gruppo ben organizzato che veniva a svolgere questa attività nelle Marche. Sono persone pericolose che per fare i furti usano bombole con miscela di ossigeno e acetilene» ha concluso il procuratore.

Agli indagati vengono contestati il tentativo di furto per i colpi sfumati a Villa Musone di Recanati e alla Monte dei Paschi di Monte Urano. A tutti e 4 viene contestata anche la detenzione di sostanze esplosive e la ricettazione dell’Audi R6. Ai soli Iurlaro e Bianco la procura contesta il furto alle Poste di Trodica di Morrovalle, e la ricettazione di una Fiat Punto che era stata rubata a Sant’Elpidio a Mare nell’aprile del 2016 e che avrebbero usato per il colpo alle Poste.

Il colpo in banca a Monte Urano

Il colpo in banca a Monte Urano

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