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Acquario, un angolo di natura che entra in casa

Non è solo un oggetto di arredamento e l’acquisto va prima ben ponderato

 

di Cristina Donati

 

L’informazione e la pianificazione sono fondamentali nell’acquisto di un acquario e nel suo allestimento, per cui il primo consiglio è quello di arrivare in negozio con le idee ben chiare, decidendo prima il tipo di ambiente che vorrete ricostruire, e scegliere il tipo di vasca e gli accessori adatti senza eccedere negli acquisti impulsivi. Prima di tuffarvi (è il caso di dirlo) nel mondo dell’acquariologia, dimenticando una volta per tutte la plastica, c’è da sapere che prendersene cura è una grossa responsabilità, perché dipenderà dalle vostre scelte e dalle vostre attenzioni se gli animali e le piante che vi troveranno posto avranno un ambiente adatto in cui vivere sani e protetti.

Oltre ad abbellire la casa, l’acquario è anche un fantastico strumento didattico: dovrete imparare tantissime cose su come funzionano gli equilibri di un ecosistema. E se avete dei bambini sarà bellissimo scoprire insieme a loro i segreti del mondo sommerso. Dovrete imparare come funziona il ciclo dell’azoto (il meccanismo cioè attraverso cui le sostanze di scarto, come gli escrementi dei pesci vengono trasformati dai batteri e tornano a diventare elementi utili), dovrete conoscere i meccanismi della fotosintesi di piante e alghe, e la biologia di pesci e altri animali. La conoscenza dell’ecosistema aiuterà anche nella comprensione delle conseguenze dell’inquinamento e degli interventi umani su fiumi, mari e oceani.

Se siete ancora convinti di voler procedere all’acquisto, la prima cosa è valutare le dimensioni e decidere se allestirlo con acqua marina (che richiede molta più cura e più spazio, almeno un metro di lunghezza per circa 45 cm di profondità e 50 cm di altezza) o acqua dolce (più adatto ai principianti).

Detto ciò, vediamo gli accessori. Innanzitutto il filtro, cuore di ogni acquario. Si basa su un doppio sistema, meccanico (con spugne o lana sintetica) e biologico a cui a volte possono essere aggiunti i carboni attivi, per rendere più limpida l’acqua. Importante: quando si allestisce un acquario per la prima volta si possono mettere subito le piante, ma per i pesci bisogna attendere non meno di un mese. Questo perché il filtro biologico deve maturare: i batteri hanno bisogno di tempo per colonizzare il filtro (soprattutto i batteri cosiddetti nitrogeni, quelli che consumano i nitriti), e se mettete i pesci troppo presto si troveranno in breve in un’acqua con alta concentrazione di ammoniaca e nitriti. Se non moriranno (cosa alquanto probabile) infliggerete comunque loro delle inutili sofferenze. Per accelerare il processo esiste in commercio un attivatore batterico, che permette di popolare rapidamente il filtro.

Per far circolare l’acqua e forzarla a passare nel filtro è necessaria una pompa e nel caso di acquari grandi anche delle pompe di movimento, per rendere costante la circolazione dell’acqua. Altro elemento da valutare è la luce, fondamentale soprattutto per le piante. Una regola base per valutare l’illuminazione di una vasca è il watt per litro: basta dividere i watt delle lampade disponibili per il numero di litri. Se il numero è inferiore a 0,5 la luce è troppo poca per la maggior parte delle piante. Se volete andare oltre i pesci rossi, non può mancare poi il termoriscaldatore che mantenga la temperatura tra i 24 e i 26 gradi.

Passiamo al fondo, che sarà poi anche la base su cui cresceranno le piante. Ce ne sono in commercio una varietà infinita, quindi spazio al gusto estetico, magari tenendo conto che la  maggior parte delle specie di pesci da acquario prediligono fondi con colori più scuri, e tendono con questi ad avere un comportamento meno timido e più tranquillo. Una tendenza recente è l’akadama, un terriccio impiegato nella coltivazione dei bonsai, con cui creare una prima base di fondo, per poi coprirlo con uno strato di ghiaia. Esistono poi degli specifici fondi fertilizzati, che possono essere usati da soli o miscelati con ghiaia inerte. Ed ora…arredamento! Lo scopo dev’essere ricreare un ambiente il più possibile simile a a quello che si trova in natura, quindi sassi, rocce, nascondigli e punti di riferimento che consentano alle specie territoriali di delimitare i propri spazi.  Se usate elementi naturali, come sassi, legno e pietre, evitate assolutamente di lavarle con qualunque tipo di detersivo, ma usate solo acqua calda e magari uno spazzolino.

Mentre il filtro deve funzionare costantemente, l’illuminazione dovrebbe seguire il ritmo giorno notte, per riprodurre una situazione naturale, necessaria ai pesci ma soprattutto alle piante. A meno che non siate sicuri di essere sempre presenti e di accendere e spegnere le luci a orari prestabiliti, dovrete dotarvi di un interruttore con temporizzatore che provveda ad accendere e spegnere le lampade ogni sera e ogni mattina. Scoprirete poi che ci sono tantissimi accessori opzionali, dall’impianto a Co2 (per agevolare la fotosintesi clorofilliana delle piante) all’areatore  (che immette ossigeno nella vasca generando le classiche bollicine), ma quello che certamente non è opzionale sono…i pesci! Idealmente dovreste aver già deciso dall’inizio quali specie introdurre, perché questo avrà necessariamente influenzato alcune delle vostre scelte per quanto riguarda l’allestimento della vasca. Innanzitutto mai creare sovraffollamento stile vagone della metropolitana, ai pesci non piace stare “stretti”, proprio come a noi umani! Cominciate con pesci notissimi e invertebrati, di cui trovate un sacco di informazioni in rete, e le cui condizioni di allevamento sono alla portata di tutti. Per pesci di cattura e complessi da allevare, ci sarà tempo. Se avete scelto un negoziante di fiducia vi saprà consigliare ma generalmente se notate puntini bianchi, occhi velati, pesci denutriti o ipergonfi, pinne sfrangiate… non sono mai un buon segno.

Pronti? L’acquario è una scelta responsabile, e se non si è convinti meglio optare per la classica boccia con il pesce rosso, o magari due pesci rossi, così ti terranno compagnia.

 

 


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