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I sindaci: “verifiche più veloci” (Video)
Renzi: “dopo il referendum si cambia”

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Matteo Renzi durante l’incontro di oggi pomeriggio a Macerata

 

di Claudio Ricci

Sopralluoghi più veloci, recupero delle carenze normative del decreto, salvaguardia delle imprese e di chi vuole investire sul territorio. Nell’incontro blindato al teatro Don Bosco di Macerata i sindaci “del sisma” fanno sentire la propria voce al premier Matteo Renzi ad un mese esatto dall’ultima grande scossa di domenica 30 ottobre. L’incontro riservato solo agli amministratori, ai tecnici della protezione civile e a pochi altri addetti ai lavori è comunque riportato integralmente da Cronache Maceratesi  e Cronache Fermane (leggi l’articolo).  

platearenzi-2“Schede Aedes più veloci e più tecnici abilitati alle verifiche” è la voce unanime dei primi cittadini dei centri urbani svuotati dopo il sisma con il grosso della popolazione spostata sugli hotel della costa. “Siamo indietro rispetto alle richieste dei sindaci, bisognerà intervenire diversamente” ha rilevato il presidente della Regione Luca Ceriscioli al fianco del primo ministro insieme al commissario per la ricostruzione Vasco Errani e al capo della protezione civile Fabrizio Curcio.”La proposta per cambiare il sistema dei sopralluoghi arriverà a breve, dopo il referendum. Al fine di ridurre le attese dei cittadini” è stata la risposta del premier che sullo sciacallaggio degli affitti ha promesso: “lotta ai furbetti per gli aumenti ingiustificati”. Un incontro proficuo secondo la maggior parte dei primi cittadini data anche la “disponibilità totale” assicurata da Renzi sul piano di recupero e di ricostruzione. “Tutti i sindaci vivono la difficoltà di rispondere ai cittadini che chiedono di verificare le proprie abitazioni – è il commento del sindaco del capoluogo Romano Carancini – Il commissario Errani ci ha informato che da qui a pochi giorni ci saranno modifiche radicali. Si ha l’impressione che lo stato sia presente

renzisindacimacerata-8“Ha mantenuto l’impegno di vederci periodicamente  – ha detto Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo – I tempi saranno lunghi ma è previsto un altro appuntamento dopo Natale. Inadempienze normative legate alla celerità dell’approvazione. I due decreti sono stati licenziati dal senato ma qualche cosa verrà recuperato con la legge di finanza pubblica o decreto “milleproroghe”. Faccia a faccia scherzoso sull’attenzione dedicata a Norcia: “La mamma di San Benedetto Abbondanza Reguardati è nata a Castelsantangelo. Se non ci fosse stato Castelsantangelo quindi  non ci sarebbe stato neanche San Benedetto. Una battuta per dire che qualche attenzione deve venire su questo versante anche dal punto di vista mediatico”. “Il commissario ha ribadito punti che ho portato in Parlamento – così rileva Marco Rinaldi sindaco di Ussita -L’aiuto alle imprese che vogliono investire e che operano sul territorio, l’indagine geologico e geognostica che deve identificare le aree inedificabili di Comuni, le ricostruzioni con metodi e tecnologie moderne per la sicurezza di chi risiede e dei turisti”.

filippo-saltamartini_foto-lb Occhi puntati sull’imprenditoria linfa del territorio. “Abbiamo rappresentato la situazione grave per il popolo delle partirte iva – così Alessandro Gentilucci primo cittadino di Pieve Torina – perché rischiamo di ricostruire paesi svuotati dei giovani migliori che sono le imprenditorialità”. Utile in questo senso il suggerimento del consigliere di comunale di Macerata David Miliozzi: “Sarebbe bello che ci fosse una graduatoria o una corsia preferenziale per le imprese del territorio. Sarà possibile?”

Giuseppe Pezzanesi sindaco di Tolentino accentua la necessità della certificazione nell’ottica di sbloccare il sistema: “Questa fase che è la più importante. Più edifici vengono classificati più proprietari possono rientrare e provvedere a fare lavori. In questo modo lo Stato per spenderebbe meno per autonoma sistemazione, soggiorni lungo la riviera, centri di accoglienza e supporto strutturale ad una situazione emergenziale”. La proposta: “Acquistare immobili invenduti. Se si considera che il mercato edilizio è al ribasso un appartamento di 85-90 metri può essere acquistato a 180 mila euro a fronte dei 100mila per famiglia spesi per un modulo. In questo modo lo stato investirebbe sull’edilizia popolare che poi rimarrebbe nelle disponibilità dell’ente”.


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