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Legno e paglia,
quando la casa
“ritorna al futuro”

di Andrea Braconi

Chi lo scorso novembre, a pochi giorni dall’ultima e terribile scossa di terremoto, ha girovagato tra i vari stand del Fermo Forum avrà sicuramente notato la considerevole affluenza negli stand allestiti per il salone Riabita, che proponevano abitazioni costruite in legno. Un po’ la paura e i danni subiti da edifici pubblici e privati, un po’ la curiosità per un nuovo modello costruttivo che i media hanno divulgato con maggiore attenzione, fatto sta che depliant e consigli sono volati via come mai in precedenza.

C’è chi però, in questo campo, lavora da tempo, nonostante la giovane età, con una crescente competenza forgiata durante il percorso universitario, nei cantieri e dai continui confronti con esperti. Sara Campanelli (33 anni, di Ascoli Piceno) e Isabella Cocci (anch’essa 33enne e residente ad Altidona), architette dello studio arch.Officina, hanno fatto dell’abitare salutare e della progettazione naturale e sostenibile non solo un marchio di fabbrica ma una vera e propria scelta di vita. E in tanti hanno iniziato a chiedere loro consulenze su quello che ha la parvenza di una sorta di “ritorno al futuro”: le case costruite con legno e paglia.

Per comprendere meglio il fenomeno, Cronachefermane.it ha intervistato la Campanelli e visitato un cantiere a Rimini, dove la famiglia Pari sta realizzando una nuova abitazione in auto-costruzione.

“Queste costruzioni – spiega la Campanelli – sono caratterizzate dal fatto che hanno delle ottime prestazioni termo-acustiche, sono leggere ed elastiche, quindi antisismiche e soprattutto sono sostenibili per l’ambiente; la materia prima è naturale, reperibile e, soprattutto, la paglia è uno scarto che proviene dall’agricoltura, non comporta lunghi trasporti e in alcuni casi è addirittura a km zero. Sono manufatti semplici da realizzare ed i materiali di cui sono costituiti sono quasi totalmente riciclabili.”

Torniamo alla questione dell’isolamento termo-acustico.

“La trasmittanza termica, ovvero la capacità di scambiare calore di queste pareti, è 3 volte migliore di quelle tradizionali, garantendo sempre un’abitazione in classe A. Inoltre, hanno buone prestazioni di resistenza al fuoco dal momento in cui si tratta di balle di paglia compresse: esse hanno la caratteristica di contenere una bassissima percentuale di ossigeno. Ulteriore caratteristica che la contraddistingue è la metodologia costruttiva, molto semplice e veloce, realizzabile anche attraverso l’auto-costruzione.”

L’auto-costruzione è una delle diverse modalità di approccio che proponete.

“Le metodologie costruttive sono essenzialmente due. Una di esse, la più innovativa, come dicevamo avviene in auto-costruzione con l’ausilio di un bravo artigiano (che gestisce il cantiere) e con il prezioso aiuto di amici e volontari formati attraverso dei corsi chiamati Cantieri Scuola gestiti e organizzati. L’altra, la più tradizionale, viene effettuata da imprese e/o artigiani altamente specializzati, che da qualche anno militano in un un mercato edile non sempre in grado di soddisfare un certo tipo di richieste così innovative.”

Anche a seguito dei recenti terremoti, quanto è cresciuto negli ultimi mesi l’interesse?

“Sicuramente si! Anche se la bio-architettura, o come noi preferiamo chiamarla Architettura naturale, nello specifico delle case in legno e paglia è entrata a far parte dell’immaginario collettivo già da diverso tempo. Ma l’anno di svolta, almeno secondo la nostra particolare esperienza, è il 2016; da gennaio fino a poco prima del sisma del 24 agosto possiamo contare diversi sopralluoghi effettuati a seguito di persone che hanno manifestato un grande interesse in tal senso. Dopo il 24 agosto, l’interesse è cresciuto maggiormente, trasformando alcuni di quei sopralluoghi in progetti effettivi che si stanno portando avanti. Inoltre, proprio nei giorni successivi al terremoto, siamo state invitate ad Amatrice da alcuni privati, interessati a prendere tutte le informazioni utili per ricostruire le proprie abitazioni con questi materiali leggeri e naturali, legno e paglia appunto. Chiaramente in questo momento la situazione nelle aree ricadenti nel cratere, non è di così semplice gestione da consentire una ricostruzione veloce e in autonomia.”

In questo periodo siete impegnate in alcuni cantieri situati in diverse zone d’Italia. Come stanno procedendo e cosa sta emergendo fase dopo fase?

“La questione facilmente percepibile è che questo nuovo modo di concepire l’edilizia, come dicevamo, è in continua espansione almeno dal punto di vista di chi come noi, studia da sempre questo tipo di architettura.”


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