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La chiusura delle Province e i tagli alle risorse? Errori clamorosi, mentre il territorio resta solo

ISTITUZIONI – Umberto Perosino, delegato FB Cgil, parla di funzioni depauperate e ridotte all'essenziale dai tagli scellerati, oltre alla vetustà di mezzi e attrezzature e poco personale

di Umberto Maria Perosino

(Delegato Funzione Pubblica Cgil per l’Amministrazione provinciale di Fermo)

A seguito dei recenti eventi in Centro Italia e di fronte alla drammatica situazione che si sta verificando, ben prima e indipendentemente dalla ripresa dell’attività sismica, come RSU CGIL e come FP CGIL anzitutto ci uniamo al dolore per le vittime ed alla enorme preoccupazione di tutti gli abitanti coinvolti delle zone colpite.

Non crediamo di fare considerazioni azzardate, anche in una fase di emergenza come questa, se evidenziamo che da troppi anni i servizi svolti dai Comuni, dalle Province stanno regredendo in tutto il Paese a seguito non di eventi ineluttabili, ma di precise scelte politiche volte ad assoggettare a tagli sempre più pesanti gli Enti e con un blocco del turn over quasi totale, rendendo difficile offrire servizi decenti e rendendo impossibile investire e fare azioni di prospettiva, nonostante la volontà e in molti casi lo spirito di sacrificio dei dipendenti che ci lavorano.

Noi che abbiamo vissuto la scellerata soppressione delle Province, poi bocciata con netta evidenza dal referendum popolare, nonostante nei fatti a già attuata a fronte di un pesantissimo taglio di risorse e con il conseguente l’esodo di tanti dipendenti, sappiamo di cosa parliamo.

Le Province gestiscono anche oggi la gran parte del sistema viario italiano e in particolare quello che, fuori dalle grandi direttrici, raggiunge i borghi di montagna e il sistema collinare. Le Province avevano e hanno un sistema di Protezione civile complementare a quello statale e che – come sottolineato anche dal fondatore della protezione civile Zamberletti – opera (mediamente) sulla giusta dimensione territoriale per affrontare i problemi.

Tutte e due le funzioni, come altre, sono depauperate e ridotte all’essenziale dai tagli scellerati imposti dal governo Renzi e a tutt’oggi mantenuti dal governo Gentiloni e conseguente vetustà di mezzi e attrezzature e poco personale che non viene reintegrato.

Se il Governo e il Parlamento non interverranno con rapidità e razionalità si perderà un patrimonio dello Stato costruito in decenni.

Il territorio non può restare solo ad affrontare le emergenze naturali proprio quando, a seguito anche del cambiamento climatico, gli eventi estremi tendono ad aumentare e richiederebbero una risposta organizzata e pronta con abbondanza di risorse in termini di uomini e mezzi, nonché un piano ambizioso di investimenti nelle azioni di prevenzione.

Fortunatamente, ancora oggi, con coraggio e sacrificio e senza ombra di retorica molti nostri colleghi nel Fermano e in gran parte d’Italia portano il loro sostegno alle zone colpite con mezzi e/o personale, su base volontaria, che opera nelle diverse funzioni coinvolte, a partire da viabilità e protezione civile.

Quanto vorremmo che lo stesso impegno fosse adottato da una classe politica avvitata su se stessa e che fosse almeno capace di riconoscere i propri errori.

La tentata chiusura delle Province e il persistente taglio dei fondi sono errori clamorosi cui porre immediato riparo.


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