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Il Fermano e le criticità dei fiumi,
il geologo Ioiò:”Ecco come ridurre i rischi”
VIDEO INTERVISTA

L'intervista a Fabrio Ioiò, geologo e volontario della Protezione Civile di Fermo

di Paolo Paoletti

Quella del dissesto idrogeologico resta una delle criticità maggiori per il territorio Fermano. Superata l’emergenza maltempo e gelo, abbiamo incontrato il geologo volontario presso la protezione civile di Fermo Fabrizio Ioiò per fare il punto su quelli che sono i potenziali rischi relativi allo scioglimento delle nevi presenti nell’area montana e nel’entroterra in concomitanza di forti piogge.

“Per quanto riguarda il Fermano – spiega il geologo presso la protezione civile Fabrizio Ioiò –  il discorso è stato circoscritto  separatamente rispetto alla crisi sismica. Una criticità rilegata soprattutto alle forti nevicate che hanno colpito i centri alto collinari del Fermano. Precipitazioni copiose in un tempo piuttosto breve, che hanno creato problemi notevoli alla viabilità lungo le strade provinciali, statali e comunali”.

Questa l’emergenza. Bisogna capire ora cosa bisogna aspettarci. “L’accumulo di neve potrebbe creare – spiega Ioiò – con un’azione combinata di piogge intense di breve durata ma molto forti, qualche criticità nei corsi d’acqua. Stando alla situazione attuale lo scioglimento procede lentamente. Se non cambieranno le condizioni meteo, sembra che i fiumi abbiano assorbito bene. Bisogna vedere se in futuro ci saranno nuove nevicate o piogge consistenti”.

Geologo della Protezione Civile che traccia una ‘fotografia’ del nostro territorio provinciale, spiegando le motivazioni del potenziale rischio idrogeologico e allo stesso tempo evidenziando come ci siano degli accorgimenti che permettono di garantire una maggiore sicurezza. “Abbiamo corsi d’acqua che hanno un regime torrentizio – spiega Fabrizio Ioiò – questo significa che l’afflusso delle acque  a questi canali principali avviene in tempi piuttosto brevi. Se vogliamo fare un Esempio con l’Ete Vivo, il tempo di corrivazione, che tecnicamente è il tempo che la goccia impiega nel suo tragitto ad arrivare al collettore finale, in questo caso il fiume Ete Vivo, è di circa 8/ 9 ore , un periodo piuttosto breve in caso di piogge intense. Criticità che  sono dovute a valli piuttosto strette, l’Ete Vivo ne  è un esempio,  che consentono forti accumuli di acqua in caso di piogge consistenti”.

Un modo per migliorare la situazione c’è: “La conclusione finale, per tenere sotto controllo queste criticità, sarebbe auspicabile una manutenzione periodica dei corsi d’acqua. Interventi scaglionati durante l’anno andrebbero a ridurre significativamente le criticità, che comunque in parte permangono vista la situazione geo morfologica. Questo non si può cambiare. Tenere  però sotto controllo certi aspetti negativi relativi ai nostri fiumi aiuterebbe di molto”.


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