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Asite, Rossi e Torresi chiedono lo sblocco del conferimento dei rifiuti speciali: “Valutare l’esautorazione dei vertici”

 

Si torna a parlare della vicenda rifiuti speciali dell’Asite. A rilanciare il caso i consiglieri comunali Massimo Rossi e Maria Giulia Torresi che hanno presentato un’interrogazione urgente in cui viene evidenziato il protrarsi del blocco del conferimento dei rifiuti speciali nella discarica fermana, con relativi potenziali danni alle aziende locali, tra cui la Ciip a partecipazione pubblica. Nell’interrogazione Rossi e Torresi chiedono di : “Intervenire immediatamente per sbloccare l’assurda situazione del blocco del conferimento dei rifiuti speciali in discarica Asite consentendo lo smaltimento controllato dei rifiuti speciali di provenienza locale, anche allo scopo di bloccare la pesante emorragia di risorse finanziarie procurata alla CIIP, di cui il Comune di Fermo è uno dei principali soci, che si scaricherà inevitabilmente sulle bollette dei cittadini”.

Non finisce qui. Viste le vicende delle scorse settimane  i due rappresentanti dei gruppi L’Altra Fermo e Fermo Migliore si rivolgono al Comune: “Se non ritiene, altresì, di dover intimare formalmente agli stessi vertici della società multiservizi comunale il rigoroso rispetto delle prescrizioni ricevute dagli enti preposti, valutando anche, a questo punto, la loro stessa esautorazione dal ruolo attualmente ricoperto”.

Massimo Rossi e Maria Giulia Torresi che ripercorrono la vicenda: Nelnovembre dello scorso anno la società ASITE, a seguito della nota della Provincia di Fermo che le intimava il rispetto delle limitazioni riguardanti i quantitativi massimi annui di rifiuti speciali abbancabili nell’impianto di smaltimento situato in località San Biagio (prescritte dall’Autorizzazione Integrata Ambientale relativa all’impianto in argomento), comunicava l’interruzione ‘sino a data da determinarsi’ di tali smaltimenti alle aziende private e pubbliche conferenti in discarica tale tipologia di rifiuti, tra le quali la CIIP spa. Tale interruzione, evidentemente determinata dall’arbitrario superamento da parte dell’ASITE dei suddetti limiti nel corso del 2016, procurava un danno economico rilevante alle aziende locali e alla citata società di gestione del servizio idrico integrato, costrette a smaltire i rifiuti prodotti nei loro processi di lavorazione in discariche situate in altre zone del Paese, con maggiori costi di trasporto e con tariffe spesso molto più alte”.

Questo, per Rossi e Torresi ha provocato: ” L’aggravio di costi per lo smaltimento dei fanghi di depurazione a carico della CIIP, società di proprietà dei Comuni del territorio (tra i quali Fermo), costretta a conferirli presso impianti situati nel nord Italia (in particolare in quello di Monza), è stimato in oltre 40.000 euro mensili. Il CdA dell’ASITE, anziché riprogrammare l’utilizzo della discarica in conformità con le prescrizioni dettate dalla Provincia e con i principi generali di sostenibilità, autosufficienza e prossimità nella gestione dei rifiuti, ha impugnato al TAR l’intimazione dello stesso Ente. Tutto ciò considerato che con l’inizio dell’anno 2017 non sussistono più ragioni ostative allo smaltimento nella discarica fermana di rifiuti speciali di origine locale, per quantitativi compatibili con i suddetti limiti e compatibilmente ai ‘ritmi’ di abbancamento dell’insieme dei rifiuti urbani locali”.

Per i due consiglieri inoltre: “Il permanere ingiustificato dell’interruzione del servizio di smaltimento dei rifiuti speciali di origine locale, estremamente dannoso per le aziende private e pubbliche del territorio, possa configurarsi come strumentale condizionamento nei confronti delle istituzioni preposte alla sorveglianza sulla corretta gestione dei rifiuti e per i giudici del TAR delle Marche chiamati a pronunciarsi nei prossimi giorni sul ricorso dell’ASITE

 


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