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Vaccini obbligatori ai bimbi degli asili,
le associazioni “contro” scrivono
a Mastrovincenzo e a Nobili

ANCONA - Ecco la lettera che le associazioni Genitori per la Vita, Genitori e Figli per Mano, Acu Marche, comitato Montinari Marche, Anmic e Oltre hanno spedito al presidente del Consiglio regionale e al Garante dell'Infanzia con l'appello a: "Intercedere presso i promotori di questa legge affinché venga ritirata e venga aperto un vero tavolo di discussione sulla pratica vaccinale"

Passata, in commissione Sanità della Regione Marche, la pdl sull’obbligatorietà dei vaccini per i bambini dell’asilo (leggi l’articolo), le associazioni Genitori per la Vita, Genitori e Figli per Mano, Acu Marche, comitato Montinari Marche, Anmic e Oltre, scrivono al presidente del Consiglio regionale, Mastrovincenzo, e al garante dell’Infanzia, Nobili. La richiesta è ben precisa: “Si ritiri la legge e venga aperto un vero tavolo di discussione sulla pratica vaccinale”

Dalle associazioni riceviamo e pubblichiamo:

“Vorremmo portare alla vostra cortese attenzione la proposta di legge PDL 95 Regione Marche, relativa all’obbligatorietà vaccinale per l’accesso negli asili, in discussione presso la IV Commissione Sanità.

Come ben saprete, questa PDL pone forte dubbi di legittimità, calpesta la Costituzione nell’articolo 3 e 32, viola trattati europei, lede i diritti umani. Sia come genitori che come rappresentanti dei vari gruppi e associazioni, vorremmo rimarcarVi un altro aspetto ancora più grave di quelli già sopra citati che riguardano lo sviluppo cognitivo, del linguaggio e della comunicazione. Aspetto sociale, emotivo ed affettivo, sono ambiti che vengono seriamente compromessi se il bambino venisse privato della frequentazione all’asilo nido.

  1. Il bambino che viene privato della possibilità di frequentare il nido potrebbe andare incontro a significative problematiche dello sviluppo. È proprio a questa età, infatti, che iniziano a evolvere il concetto di Sé, quello dell’altro e del Sé con l’altro, attraverso un nuovo tipo di interazione sociale che si estende al di là del nucleo famigliare.
  2. Grazie a questo d tipo di interazioni sociali stabili e significative, peraltro, è possibile lo sviluppo di nuove capacità, come quella di distinguere tra vari punti di vista e di metterli in relazione.
  3. Privando un bambino della propria relazione con i pari, inoltre, verrebbe verosimilmente compromesso un adeguato sviluppo dell’identità, personale e di genere: è solo attraverso il confronto con i pari, infatti, che è possibile costruire l’immagine di Sé.
  4. Oltre a compromettere lo sviluppo delle capacità meta-cognitive, la riduzione delle possibilità di gioco sociale, inoltre, potrebbe avere ripercussioni sullo sviluppo emotivo e delle capacità relazionali. Le relazioni amicali, basate su emozioni significative e dei sentimenti profondi, infatti, iniziano ad essere esperite proprio in questo momento, grazie alla possibilità della vicinanza fisica e della condivisione di attività.

ESCLUSIONE IN ITINERE

1.Chiaramente, è logico ritenere che la situazione sia più grave allorché il bambino non possa più frequentare l’ambiente scolastico dopo averne già fatto esperienza dopo uno o due anni. Il bambino, inevitabilmente, si sentirebbe privato di una possibilità importante, senza tuttavia riuscirne a capire fino in fondo i motivi. Inevitabile, a questo punto, lo sviluppo di sentimenti di inadeguatezza, assolutamente probabili i sensi di colpa, con tutto quello che ne consegue a livello dell’autostima.

  1. Non si può escludere che l’interruzione della frequenza scolastica per motivi non pienamente comprensibili per il bambino possa essere vissuta come un’esperienza traumatica, non dissimile dal lutto: non andare più a scuola, non avere più la maestra come punto di riferimento extra familiare, non poter contare sulla presenza degli amichetti, infatti, potrebbe costituire una perdita a tutti gli effetti. Facciamo inoltre notare che non esiste una tutela della collettività, se prima non viene la tutela dell’individuo. Una tematica così vasta non può essere racchiusa con una legge che impone esclusivamente un obbligo, ma che non si cura di tutti gli altri aspetti quali: informazione sui benefici/rischi, controlli post marketing del prodotto (vaccino), rispetto delle leggi in caso di reazioni gravi o danni, partecipazione attiva dei genitori alla farmacovigilanza. Azioni che fugherebbero i dubbi di molte famiglie le quali ci confidano che non hanno sfiducia verso la scienza, ma verso coloro che sono preposti a studiarla, approfondirla e metterla a disposizione dei cittadini.

È chiaro che ci sono bambini non vaccinati, parzialmente vaccinati o con sospetto danno da vaccino e fratelli minori di questi che spesso, proprio perché messi di fronte alle problematiche che si sono verificate in famiglia, esitano la vaccinazione.

Chiediamo di intercedere presso i promotori di questa legge affinché venga ritirata e venga aperto un vero tavolo di discussione sulla pratica vaccinale.

Le associazioni GENITORI PER LA VITA, GENITORI E FIGLI PER MANO, ACU MARCHE, COMITATO MONTINARI MARCHE, ASSOCIAZIONE ANMIC, ASSOCIAZIONE OLTRE


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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