di Nunzia Eleuteri
Non si arrendono i ragazzi di Amandola e tra poesie, canzoni, flash mob tentano di riportare allegria nel paese che dal 24 agosto scorso non ha avuto più pace. Oltre all’allegria è chiaro il messaggio di ciascuno:”Restiamo qui”.
E’ così che dal video di Danilo Monterotti, Lorenzo Cesari e Marco Catalini, che ha spopolato sul web con migliaia di visualizzazioni (leggi l’articolo con oltre 12.000 accessi sulla nostra testata), è nata l’idea di riunire altri ragazzi in Piazza Risorgimento sabato scorso per una sorta di piccolo flash-mob dei giovani amandolesi.
Un altro video è così ripartito per un viaggio in rete. Nella descrizione si legge “in piazza per far vedere che noi non molliamo, che noi resistiamo, e soprattutto che restiamo!”.
Un messaggio forte e chiaro di chi non vuole abbandonare la sua terra.
Un messaggio d’amore che in rete è stato lanciato anche da un altro ragazzo amandolese dopo le terribili scosse di fine ottobre. E’ Marco Squarcia, scrittore, poeta e attore che, il 3 novembre scorso, ha pubblicato sui social network una poesia in dialetto dal titolo “Amandola mia”:
Amandola mia,
te vurrio porta’ via.
Pijatte pe’ mano,
e assieme arriva’ lontano.
Perché si bella comme lu sole,
resprenni de luce propria che lasci senza parole.
Si antica comme lu munnu,
che dè un postu cusci vellu.
Te s’i pogghiata là sotto,
quelle montagne che te protegge e te risplenne,
comme na madre co lu panciotto,
che te vole tanto vene, non te sorprenne.
Si nata che eri na frichina,
te si fatta grossa diventenne na signora,
contavi più avitanti de Roma capitolina,
la Regina de li Sibillini, eri allora.
Crescenne te si’ ’nvecchiata,
li paesa’ tui a lu mare se so’ fatti ‘na scampagnata,
ma tu si ‘rmasta fiera e coccolata,
a spettalli alzata.
Glie si raperto le vraccia,
vaciati sulla faccia,
stretti su lu core,
con tanto ammore.
Amandola mia tu si ‘na perla,
per chi vorrebbe avella,
incastonata nell’occhi de chi t’osserva,
e nella mente de chi t’ama senza riserva.
“Ciò che non uccide, fortifica” direbbe Nietzsche. Sicuramente Amandola ha perso molto in termini di edifici, servizi, presenze turistiche ma resta la speranza di ricostruire, grazie all’attaccamento dei suoi abitanti e di chi, pur vivendo altrove, guarda al suo paese con quell’amore e attenzione che possono essere sintetizzati in una sola parola: radici.
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