LORETO (AN) – Pioggia di reti firmata Garbuglia e Agostinell, autori di una doppietta, rimpolpata dalle marcature di Maruzzella e Streccioni. Con questo pesante bottino giornaliero si chiude il cammino stagionale della giovanissima compagine folgorina, caratterizzata da un campionato di transizione soprattutto in ottica societaria, e che ha portato purtroppo con se l’accento negativo degli zero punti conquistati nell’Eccellenza che è volta al termine.
Al di la del mero fattore numerico, ciò che preme sottolineare in ottica consuntivo è dunque lo spirito dei giovani calciatori, sempre disposti a metterci comunque la faccia e pronti ad onorare ogni impegno di calendario. Assente illustre sulla panchina folgorina quest’oggi il tecnico Emidio Oddi, e ne spiega le ragioni.
“Da accordi iniziali avevo concordato con un esponente della società un rimborso spese, che doveva essere consegnato al sottoscritto ad inizio di ogni mese – illustra Oddi -. Partendo da Martinsicuro in direzione Falerone per tre, quattro volte a settimana, credo che era un fatto doveroso. In questo secondo mese nulla mi è stato versato, ma sono rimasto al fianco dei giovanissimi calciatori lo stesso per spirito di vicinanza e solidarietà con loro. Siamo stati lasciati allo sbando, io ed i ragazzi. Quindi per protesta oggi non sono andato. Ho sbagliato? Non lo so, non volevo comunque rimanere passivo davanti a tali mancanze. Se il calcio sta andando a rotoli è proprio per vicende come queste”.
L’ex terzino destro campione d’Italia con la Roma nei primi anni ’80 passa poi in rassegna gli aspetti sportivi.
“Nonostante la giovane età e l’assenza di esperienza i ragazzi hanno dato trenta volte di più di quello che potevano dare – commenta il tecnico -. Sono dunque molto contento di loro, anche se a volte hanno fatto delle cavolate calcistiche. In alcuni casi invece, vedi la partita presso i campioni della Sangiustese, ho ammirato la meravigliosa tenacia e l’aggressività agonistica che non ti aspettavi. Poi siamo tornati a giocare in casa, in un campo di patate, e ci siamo pressoché allenati sempre in un campo di patate arato: così è davvero difficile chiedere oltre. Più di questo, dal lato tecnico, non si poteva fare.”
Paolo Gaudenzi
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