di Andrea Braconi
Una Giornata mondiale del Rifugiato con la mente (ed il cuore) a Mario Dondero. Un uomo, come ha ricordato Alessandro Fulimeni, responsabile dei progetti Sprar, “che ha formato la propria esistenza nel desiderio di dialogo e di incontro con gli altri”. Un punto di riferimento, anche per l’Amministrazione comunale di Fermo, che ha voluto collaborare alla realizzazione di un ricco programma di eventi.
“Sentiamo fortemente questo problema – ha esordito l’assessore Mirko Giampieri -. In città contiamo circa 200 rifugiati, compresi quelli dello Sprar. È importante lavorare sull’integrazione: sin dai primi momenti abbiamo fatto un progetto con il Gus e con i ragazzi pakistani, adesso stiamo facendo un bellissimo progetto con i ragazzi dello Sprar che hanno iniziato a pulire i vecchi campi da bocce vicino alla Croce Verde. Il nostro è sempre un territorio aperto e nel 2016 sono arrivati 39 minori, che sono fuori dai 200 di cui parlavo prima. Più di questo però, ci tengo a dirlo, non possiamo fare: serve l’aiuto dell’Europa e serve subito”.
“La Giornata mondiale del Rifugiato si colloca all’interno di un percorso quotidiano nel campo dell’accoglienza e della comunicazione su questi temi. Ma non è una giornata rituale – ha rimarcato Fulimeni – quanto un momento prezioso che per noi comincia il 20 giugno e si sviluppa nell’arco di una serie di giornate anche nel territorio circostante. Oggi sempre di più c’è l’esigenza di affrontare le grandi tematiche dell’immigrazione nei suoi termini veri, non propagandistici. E noi cerchiamo di praticare con sempre più forza l’incontro ed il dialogo tra i nostri ragazzi e la comunità locale”.
Quello delle migrazioni è un fenomeno in crescita, con 65 milioni di profughi e richiedenti asilo in tutto il mondo. “E per la prima volta – ha spiegato Fulimeni – il numero dei minori è quello più rilevante, il 51%. C’è un aumento esponenziale di bambini che fuggono senza genitori. In generale, parliamo di 34.000 persone al giorno, 24 al minuto, che sfuggono da guerre e persecuzioni. Quindi, la scelta dell’accoglienza e della solidarietà sono valori da mettere in campo con sempre maggiore forza. E in tutte queste iniziative i nostri ospiti saranno protagonisti, non soggetti passivi”.
A Maria Jolanda Dezi, operatrice dello Sprar, il compito di illustrare il programma, suddiviso in tre sezioni, con la parte grafica curata da Silvia Strappa.
IL RACCONTO
“Domani, martedì 20 giugno, dalle 9.30 alle 13 saremo al centro estivo di Montepacini insieme ad una ragazza del Camerun, che racconterà in lingua madre una favola legata alla propria infanzia. Canterà una canzone che rappresenta metaforicamente la dimensione del rifugiato e ci saranno giochi tipici del suo paese. Si tratta di un percorso avviato martedì scorso, strutturato in 7 incontri che si tengono tutti a Montepacini, e costruito in collaborazione con l’Ambito Sociale e l’Amministrazione comunale”.
GLI SCATTI
“Si intitola ‘Dalla culla dell’umanità’ la mostra con le foto di Mario Dondero che verrà inaugurata domani alle ore 18 al Palazzo dei Priori. Parteciperemo oi operatori ma soprattutto ragazzi e ragazze accolte nei progetti Sprar. Per tre giornate, inoltre, gli stessi ragazzi esporranno la mostra nella propria lingua madre: il 24 giugno sarà la giornata del Ghana, il 30 giugno della Somalia, il primo luglio del Gambia. Sicuramente a parlare dell’Africa è bene che siano gli abitanti, coloro che conoscono quel Paese. Ci saranno dei momenti di confronto tra noi operatori e gli utenti, visioneremo le foto di Dondero cercando di capire chi era. È importante anche sottolineare che in città risiedono non solo ragazzi dello Sprar ma anche in centri di prima accoglienza come Seminario e Sagrini. C’è quindi la volontà di accogliere tutti i migranti presenti nel territorio, evitando delle distinzioni tra prima e seconda accoglienza”. All’inaugurazione della mostra sarà presente anche Valerio Calzolaio, autore del libro “lLibertà di migrare”, che presenterà il rapporto 2016 Unhcr sulle migrazioni.
“Questa idea è partita con tempi molto stretti – ha ricordato Pacifico D’Ercoli, responsabile della Fototeca provinciale di Fermo, impegnata nell’archiviazione delle foto di Dondero – e la mostra è stata fatta grazie oltre a Laura Strappa e Fernando Felicetti, che si è dedicato mani e piedi a questa ricerca. Stiamo inventariando su data base tutti i rullini che Mario ha scattato nella sua vita, almeno quelli disponibili e fino agli anni ’90 abbiamo una guida molto interessante, sulla quale lui aveva appuntato a mano questi rullini. Fernando è arrivato ad un terzo del bianco e nero, 3.200 rullini e 90.000 scatti già inventariati. Dai reportage in Africa negli anni ’70 sono usciti fuori circa 40 rullini con più di 1.00 scatti di due grandi viaggi: quello nel 1970 e l’altro nel 1978. La mostra di Fermo è una piccola selezione di 40 foto inedite, di cui una con un Mario giovanotto. Ricordo il 2010 quando abbiamo fatto ad Altidona una bella mostra: il titolo scelto con Mario era ‘Senza confini’, inteso nella sua eccezione più ampia e che rispecchiava perfettamente la personalità di Mario”.
“Abbiamo dato preminenza alle fotografie che parlassero della vita di ogni giorno – ha detto Laura Strappa, compagna di Dondero (LEGGI ANCHE QUI)– e non c’è nulla di spettacolare. Siccome c’è questa grande paura che serpeggia in Italia, in Europa, nel mondo, ci sembrava che la cosa più importante fosse quella di dare un’immagine della normalità della vita. Quando questa vita non è consentita questo porta ad una scelta spesso tragica, come quella della partenza. C’è da sottolineare anche un altro aspetto: noi non lo consideriamo, ma i rifugiati determinati dal riscaldamento climatico stanno aumentando sempre di più e mi chiedo fino a che punto non lo diventeremo noi stessi. Siamo all’interno di un contesto mondiale che sembra volere andare verso l’autodistruzione, quando invece potremmo prendere ispirazione da persone con ben meno bisogni di noi”.
IL CALCIO
“Sempre domani alle ore 21 – ha aggiunto la Dezi – una squadra composta da ragazzi dei progetti Era Domani e Nuovi Inizi parteciperà al Torneo di Triangolo al San Carlo. Si tratta della seconda partita, la prima l’abbiamo persa pur giocando benissimo ma dobbiamo vogliamo provare a vincere. Ci sembrava importante essere presenti in questa occasione, con lo sport come luogo di inclusione, relazione e rispetto”.
Gianluca Del Papa, operatore dei progetti Sprar, ha elencato gli interventi realizzati insieme all’Amministrazione comunale. “Abbiamo fatto un lavoro all’ex campo da bocce chiamato Wimbledon; poi un lavoro straordinario rimettendo a posto tutto l’archivio dell’assessorato dei Lavori Pubblici e quello dei Servizi Sociali; abbiamo dato una mano all’interno dell’autoparco con la sistemazione di alcuni materiali edili. Adesso abbiamo presentato un progetto con capacità e potenzialità nella manutenzione e nella riparazione di strutture lignee, come finestre portoni o persiane su immobili di proprietà comunale. Abbiamo anche lavorato nella scuola San Claudio a Campiglione e nel deposito ex mercato coperto”.
A chiudere Francesco Trasatti, assessore alla Cultura del Comune capoluogo. “Non ci sottraiamo all’attualità. Credo sia un ulteriore momento attraverso il quale la città può guardarsi allo specchio e riflettere su quello che accade. Ricordo le recenti immagini oscene sullo Ius Soli in Senato e credo sia importante che la nostra comunità colga questa occasione importante. Le foto di Mario raccordano la comunità con il mondo e lui continua a mantenere questo suo ruolo. Lavoriamo sulla coscienza, sulla consapevolezza, con la possibilità di creare mattoncini di cultura nel guardare attraverso queste foto mondi che consideriamo diversi dal nostro. E Mario, per l’ennesima volta, è un protagonista importante della nostra città”.
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