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“Basta ai circhi con animali”:
lettera aperta della Lipu
al sindaco Loira e ai cittadini

PORTO SAN GIORGIO - La delegazione regionale protesta definendo l'operazione "diseducativa, immorale e antipedagogica"

“In questi giorni è presente nel territorio del Comune di Porto San Giorgio, l’ennesimo circo che si esibisce con animali. Questi animali appartengono tutti a specie esotiche e protette e sono tenuti prigionieri probabilmente sin dalla nascita. È ormai chiaro a tutti che questa prassi non è più accettabile sulla base delle categorie etiche e della coscienza ecologica sviluppata dalla nostra società”. È l’incipit della lettera aperta inviata dalla delegazione regionale della Lipu all’Amministrazione comunale e ai cittadini di Porto San Giorgio.

“Sia chiaro che non stiamo dicendo che è una pratica illegale, ma è evidente che si basa su una concezione del rapporto uomo-animale sbagliata e a dir poco ottocentesca. Molte città e regioni d’Italia hanno già compiuto questa scelta, e noi riteniamo che anche la città di Porto San Giorgio sia ormai matura per fare proprio questo elementare principio: no ai circhi con animali nel territorio comunale. La scelta può essere assunta nella forma di un regolamento per gli animali, come ve ne sono in diversi comuni d’Italia, o come una delibera di Consiglio Comunale o come una Ordinanza del Sindaco, ma quello che conta è la sostanza: “È tempo di dire basta ai circhi con animali”.

È necessario puntualizzare alcuni aspetti. Non si tratta di una decisione finalizzata soltanto ad impedire i maltrattamenti degli animali. Per quello ci sono già leggi ordinarie in Italia, e se qualche cittadino assiste a maltrattamenti ad animali dentro un circo o in qualunque altro luogo, può semplicemente chiamare la forza pubblica sulla base di leggi già esistenti. Come pure ci sono le leggi che proibiscono l’importazione e la detenzione di animali esotici o appartenenti a specie protette: anche per quello basta una denuncia. E di nuovo va detto che non è di questo che stiamo parlando. E inoltre possiamo anche credere, benché con uno sforzo di superficialità, all’idea che i gestori dei circhi amino effettivamente gli animali che possiedono.

Ma alla fine, di che amore stiamo parlando? È chiaro che un amore che rinchiude in gabbia l’oggetto amato è un sentimento malato. Che amore è quello che dopo aver rinchiuso l’essere amato, lo frusta, lo ricatta col cibo e lo costringe a comportamenti del tutto innaturali solo per divertire un pubblico pagante? Se qualcuno dice di amare gli animali e poi li tratta così, vuol dire che ha una concezione sbagliata dei sentimenti, prima ancora che della natura. In realtà gli animali devono vivere liberi nell’ambiente che l’ecologia ha scelto per loro. E sgombriamo il campo dal luogo comune per cui l’attività circense debba scomparire dopo la rinuncia all’uso di animali vivi; perché oltre alla immortale arte del clown, rimane comunque bello e affascinante assistere agli spettacoli di divertimento o di abilità fisica elaborati dagli uomini, con libertà e intelligenza, come nello sport.

Non dimentichiamo che il circo più bello del mondo è costruito sull’uomo acrobata e sulla sua forza e la sua grazia, senza animali. Ed è uno spettacolo meraviglioso. Il fatto è che ormai, nella nostra società moderna e con la coscienza etica ed ecologica che abbiamo maturato, allestire circhi con animali è una operazione del tutto diseducativa, immorale e antipedagogica. È un errore grave mostrare ai bambini degli animali legati, incatenati che si esibiscono in spettacolini inutili, innaturali e umilianti. I bambini devono conoscere gli animali nella teoria, con l’aiuto della scuola e degli altri mezzi di apprendimento che la nostra società mette loro a disposizione, e nella pratica li devono conoscere nei loro ambienti naturali. Il resto è ormai antiquato e da cancellare. E noi pensiamo che sia giunta l’ora”.


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