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Rocca Montevarmine, c’è il bando: filiera agricola biologica di qualità (video)

FERMO/CARASSAI - Pubblicato sul sito del Comune di Fermo il bando relativo a terreni e fabbricati situati a Rocca Montevarmine, sito storico e agricolo della sponda sud della valle dell'Aso
Claudio Villa - Ufficio Patrimonio comune di Fermo

di Alessandro Giacopetti

Valorizzare Rocca Montevarmine, possedimento fermano situato sulla sponda sud del corso del fiume Aso, nel territorio di Carassai, tra le province di Fermo e Ascoli Piceno, attraverso la concessione in affitto dei relativi terreni agricoli e fabbricati rurali. Questo lo scopo del bando emesso dal Comune di Fermo per creare un modello di sviluppo che tuteli i prodotti agricoli, ne preveda la trasformazione attraverso la riconversione dei terreni ad agricoltura biologica e sociale. Imprenditori agricoli, in forma singola o associata, e cooperative potranno inserire lavoratori con disabilità, svantaggiati, e minori in età lavorativa in progetti di riabilitazione e sostegno sociale; servizi che affiancano e supportano terapie mediche, psicologiche e riabilitative finalizzate a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive; progetti di educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità, creazione di fattorie sociali e didattiche. L’oggetto del bando è la concessione in affitto di terreni agricoli e fabbricati rurali di proprietà del Comune di Fermo a Rocca Montevarmine: una superficie complessiva di circa 570 e 37 fabbricati rurali. Ad essi si aggiungono la Rocca e l’attiguo ex ristorante.

La locazione durerà 15 anni rinnovabili per altri 15 se verranno rispettate le clausole tra cui la ristrutturazione di fabbricati per un investimento di almeno 150 mila euro, da iniziare entro i primi sei anni. Il canone annuo di affitto dei terreni e dei fabbricati rurali è di 97 mila euro annui.

“Dopo il nostro insediamento come Amministrazione Comunale è stata emessa una Delibera per la conversione dei terreni all’agricoltura biologica e sociale, – ha esordito questa mattina in conferenza stampa Alessandro Ciarrocchi, assessore comunale all’Ambiente – seguita da un bando relativo ad una piccola area agricola. Quello che presentiamo oggi è un bando per tutti i terreni e i beni immobili circa 40, che vi insistono. I terreni erano affittati con contratti in scadenza a breve dopo la donazione fatta dall’ex Brefotrofio con sede a Fermo. Attualmente parte degli introiti derivanti dal canone degli affitti è impiegata in ambito sociale.

Questo bando è finalizzato a convertire i terreni all’agricoltura biologica e sociale sulla scia di quanto già fatto a Montepacini. Attualmente non tutti i terreni sono coltivati, alcuni sono incolti e siamo riusciti a rientrare in possesso di quelli appartenenti ad affittuari morosi. Anche gli immobili sono in cattive condizioni e costituiscono un pericolo per chi coltiva il terreno circostante. Parte della rocca – ha ricordato Alessandro Ciarrocchi – è stata ristrutturata”.

Vincenzo Polini, il sindaco di Carassai, è “soddisfatto per il lavoro dell’Amministrazione fermana che ha raggiunto un obiettivo mancato per diversi anni. Per noi è fondamentale sapere cosa fare su quei 750 ettari – ha aggiunto il sindaco ricordando che – per la prima volta si parla di una filiera per la valorizzazione e la trasformazione dei prodotti tipici. Noi come Comune siamo coinvolti direttamente perché si parla i valorizzazione del territorio e in una piccola realtà come Carassai ciò è importante per l’economia. Da non sottovalutare, infine, la tutela e valorizzazione della flora con piante secolari di pregio, alcune delle quali sono vincolate”.

Parte attiva nella compilazione e realizzazione del bando l’ha avuta Gionata Borraccini, consigliere comunale delegato all’Agricoltura, che spiega: “l’idea è creare un modello di agricoltura diverso dal passato in cui si coltivava ad esempio solo il grano per poi portarlo al Consorzio agrario. Noi vogliamo, invece, creare una filiera con punti di produzione, trasformazione e vendita tutto in loco, anche tramite il mulino situato nella rocca, seppur in cattivo stato e bisognoso di restauro. Ecco perché nel bando sono presenti tutti i terreni e perché il vincitore sarà un soggetto unico: cosa che costringe gli agricoltori a cooperare e unirsi”. Poi il consigliere Borraccini immagina: “la possibilità di creare un marchio Montevarmine per identificare prodotti biologici di qualità prodotti sul posto che potrebbe creare un indotto. Il tutto al fine di permettere agli agricoltori di accedere a bandi PSR, regionali, europei e omogeneizzare le date di scadenza dei contratti di affitto che erano diverse e a breve termine. Sono 12 gli affittuari attuali, di cui 10 storici, con famiglie che coltivano le terre da generazioni.

E’ stato quindi l’ingegner Claudio Villa, tecnico dell’Ufficio Patrimonio ha chiarire che “C’è già stato l’interessamento da parte di associazioni che fanno rievocazioni storiche per svolgervi fare manifestazioni. Il nostro obiettivo è coordinare l’aspetto storico, culturale, produttivo e sostenersi con la coltivazione di prodotti di alta qualità biologica”. Il bando scade lunedì 23 ottobre.


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