FERMO – Ci sembra di ricordare che pochi giorni dopo la “manita” inflitta al Santarcangelo, Flavio Destro abbia detto: “Attenzione perché un giorno una scoppola così potrebbe capitare anche a noi”. A Trieste è successo.
Dopo sei ottime partite, da cinque delle quali sono arrivati punti, tranne l’ultima (Bassano), in cima all’Adriatico la Fermana ha pagato forse la stanchezza dell’intenso (e purtroppo inutile) arrembaggio del match di cinque giorni prima, e sicuramente non hanno giovato le assenze di giocatori troppo importanti per il gioco di Destro, come Massimo D’Angelo e Ilario Iotti.
Quest’ultimo in modo particolare era stato tra i migliori in campo negli ultimi due incontri. Purtroppo entrambi non ci saranno per molte settimane. Nel secondo tempo di Trieste sono mancati anche Petrucci (sperando che non sia infortunato) e la sua spinta: dai piedi dell’esterno erano partiti gli assist più invitanti per Lupoli.
A parte brevi momenti, la Fermana di Trieste non era la stessa delle precedenti sei gare, sembrava la squadra leggera e distratta della prima sfida, persa contro il Ravenna.
La Triestina è una buona compagine, ma tra il valore degli alabardati e quello dei canarini non ci sono tre gol di differenza, la Fermana ha battuto Samb e Mestre che sono ben più forti.
I biancorossi giuliani hanno vinto grazie ad una serie di espisodi favorevoli, procurati più dagli errori dei gialloblù che dalle capacità dei triestini, a partire dal rigore che dopo pochi minuti ha compromesso la gara (a proposito, ma che voleva fare Lupoli con quella schiacciata da pallavvolo? Se lo chiedono ancora tutti).
Il secondo gol è giunto su una ripartenza subita nel momento migliore della Fermana e che di fatto ha tagliato le gambe ai canarini; il terzo è arrivato a gara già in ghiaccio, e se guardiamo la dinamica con Forò che perde palla banalmente sulla trequarti e Arma che si beve come birilli, con uno slalom, proprio i due difensori centrali che fin’ora in tutte le partite avevano rappresentato un baluardo insuperabile.
Le gare troppo ravvicinate nel tempo, la presenza in rosa di giocatori forse non abituati a questi ritmi (molti vengono dalla Serie D o dalla Primavera), i continui cambi di formazione, in parte obbligati dagli infortuni (Benassi dal 1′ difensore destro al posto di Iotti), in parte crediamo dalla necessità che ha Destro di sperimentare soluzioni diverse (tipo Da Silva dal 1′ in attacco assieme a Lupoli) potrebbero aver fatto il resto.
Nessun dramma, la Fermana quest’anno non è più in Eccellenza o in Serie D, non è obbligata a vincere il campionato.
Nonostante la sconfitta i gialloblù sono in una perfetta posizione di metà classifica, a 7 punti sia dalla vetta che dalla penultima posizione, ancora nella griglia degli spareggi promozione, con sette squadre davanti e ben undici avversarie dietro. Ciò grazie ai punti accumulati dalla 2° alla 6° giornata.
Tutto in linea con l’obiettivo massimo annunciato dal presidente Umberto Simoni ad inizio stagione, cioè l’ultimo posto della griglia play off; quello minimo ovviamente è la salvezza.
La cosa importante è che Flavio Destro e i suoi facciano diventare Trieste solo un incidente di percorso, da oggi ci sono quattro giorni per preparare il match interno contro il Vicenza (giocheranno tutti domenica alle 16.30). Se vedremo di nuovo la Fermana gagliarda vista contro il Bassano, gli episodi non potranno che sorridere ai gialloblù.
Aperta già la prevendita, con i dettagli indicati in un diverso articolo.
I TIFOSI VERI VINCITORI – Un plauso alla cinquantina di impavidi che, nonostante il giorno lavorativo, i 1148 chilometri in totale, le 12 ore complessive di viaggio e la proibitiva ora del rientro, sono andati al “Nereo Rocco” a vedere la loro squadra senza immaginare che la partita sarebbe durata solo 7 minuti. Anzi no, qualcuno lo ha immaginato, se è vero che proprio uno di quei cinquanta andati fino a Trieste aveva pronosticato esattamente il punteggio di 3-0, vincendo poi il premio che l’associazione dei tifosi “Solo Fermana” mette in palio ad ogni vigilia di partita. Se non è coraggio e amore questo…
Paolo Bartolomei
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