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”Andrea continuerà a far parte della
rosa, andremo avanti anche per lui”

IL RICORDO - Dopo la morte del giovane difensore Attorresi la Monterubbianese è tornata in campo liquidando in casa, al cospetto di familiari ed amici della sfortunata vittima, il Montefiore per 4 - 0. Gli umori e l'analisi del triste momento nelle parole del tecnico biancorosso Francesco Romanelli

Lo striscione allestito dalla Monterubbianese Calcio ai bordi del campo di gioco

MONTERUBBIANO – Molto spesso si afferma che il tempo guarisce le ferite e allevia il dolore. Frasi fatte che potrebbero ( in parte ) trovare concreto riscontro o palliativi dove aggrapparsi davanti a situazioni al limite del razionale? Fatto sta che la morte improvvisa, quanto prematura, di Andrea Attorresi lascia ancora sgomenti i più ( leggi il nostro articolo ).

Come noto, purtroppo o per fortuna la vita va avanti, e con essa il calendario di Seconda categoria di calcio, sport da sempre amato e praticato dalla sfortunato difensore ventottenne. Sabato scorso i suoi compagni della Monterubbianese hanno nientemeno che regolato in casa il Montefiore per 4 – 0, liberando cioè sul campo la rabbia contro il fato malevolo che ha strappato allo spogliatoio, ed alla linea difensiva del trainer Francesco Romanelli, un prezioso elemento centrale ( il video del minuto di raccoglimento ).

Mister, che ricordo conserva lei, la squadra e la società di Andrea?

“Non è facile trovare parole che non siano già state dette. So che potrebbe sembrare una banalità in questi casi, ma di Andrea è veramente impossibile conservare un ricordo negativo. Sia da parte di chi come noi ha avuto la fortuna di viverlo per anni nelle vesti di giocatore, compagno di squadra ed amico, sia da chi lo ha solo incrociato come avversario. Tutti possono testimoniare che si è trattato di un ragazzo sempre estremamente positivo, naturalmente dotato di una tranquillità e di una capacità di sdrammatizzare qualsiasi situazione davvero invidiabile. A volte addirittura mi arrabbiavo, solo io ovviamente perché lui non si arrabbiava mai, in campo era troppo buono e non faceva pesare abbastanza la sua grande fisicità contro gli avversari, penso che questo la dica lunga su che tipo di persona fosse”.

Francesco Romanelli, allenatore della Monterubbianese

Come è stato preparare ed affrontare la partita di campionato sabato scorso?

“Difficilissimo, inutile girarci intorno, è stata durissima. Siamo tornati ad allenarci giovedì sera, nella stessa giornata dove cioè al mattino si era tenuto il funerale di Andrea e abbiamo vissuto una sensazione stranissima. Entrare nello spogliatoio e non trovarlo è stata l’ennesima conferma che quello che stiamo vivendo non era solo un incubo o un film come tutti noi speravamo. Però siamo consapevoli che era la cosa più giusta da fare, quello che Andrea avrebbe voluto ed il modo migliore per onorarne la memoria. Inizialmente eravamo tutti un po’ indecisi sul fatto di giocare o meno la partita di sabato, e la spinta decisiva per scendere in campo ci è arrivata direttamente dalla famiglia Attorresi, che ci ha chiesto di andare avanti e di ricordarlo facendo quello che Andrea amava più di ogni altra cosa, ossia giocare a calcio. Ci siamo stretti l’uno con l’altro e abbiamo deciso di portare Andrea in campo con noi sull’erba, depositando la sua muta da gioco a bordo campo. Inoltre, abbiamo deciso che fino alla fine del campionato nessuno dei nostri giocatori indosserà più la maglia numero 6. Sabato sono venuti a vedere la partita tutti i componenti della famiglia Attorresi nonché la gran parte degli amici di Andrea. Ci sono stati momenti davvero emozionanti e siamo contenti di aver onorato la sua memoria con una delle migliori prestazioni mai messe in campo”.

Quando il calcio e vicende di questo tipo si incrociano lasciano inevitabilmente tossine e vuoti incolmabili….come sarà la vostra stagione sportiva da qui in avanti?

“Sarà più difficile del previsto. La perdita di una persona cara, di un amico, di un compagno di squadra lascia sempre strascichi duri da superare, ma anche perché, molto più banalmente, perdiamo anche un ottimo difensore. Però abbiamo anche la forte consapevolezza che Andrea fa ancora parte della nostra rosa e quindi, tutto quello che riusciremo a conquistare quest’anno, sarà anche una sua conquista. Questa è una grandissima responsabilità che ricade su ognuno di noi e che ci deve spingere a dare sempre il massimo perché, oltre ai nostri obiettivi, dobbiamo lottare anche per lui”.

Paolo Gaudenzi


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