Via i letti dall’ospedale:
il sindaco Marinangeli si barrica,
anche i cittadini si mobilitano

cittadini si mobilitano

I cittadini dell’area montana bloccano l’accesso dell’ospedale insieme al sindaco Marinangeli

di Giorgio Fedeli e Paolo Paoletti

Da questa mattina il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli, il suo vice, Giuseppe Pochini, ed alcuni cittadini, bloccano la strada di accesso all’ospedale di Amandola. Siamo riusciti a parlare con loro. Amministratori che difendono con le unghie e con i denti quelli che sono i diritti dei loro concittadini già in ginocchio dopo il sisma del 24 agosto. Un furgone dell’Asur si è infatti presentato per portare via dieci letti, comodini, ed altro materiale dall’interno dell’ospedale lesionato dal terremoto ma in parte ancora funzionante.

Marinageli blocca camion ospedale

Dopo il terremoto arrivano gli avvoltoi – commenta Marinangeli – Un minimo di saggezza avrebbe fatto ipotizzare scelte più attente ed sensate. Un secondo terremoto dopo quello della natura adesso quello della fredda burocrazia. Vedrete gli amandolesi sapranno reagire“.

amandola ospedale blocco

Il vice sindaco Giuseppe Pochini

Marinangeli prosegue: “Sono venuti a portarsi via dieci letti ad altro  materiale dell’ospedale. Dopo il terremoto, con una tensione del genere, con 200 persone che dormono al palazzetto dello sport e centinaia di ordinanze di evacuazione ed inagibilità, vengono a portarci via i letti dell’ospedale? Qui non entra nessuno. La strada è chiusa, strada chiusa!

Marinangeli ha la voce rotta ed interrompe il racconto per bloccare alcune persone: “Non si passa, la strada è chiusa!” A schierarsi dalla parte del sindaco sono anche i cittadini di Amandola che non vogliono veder morire il loro ospedale, tra l’altro presidio importante per la montagna. Questa mattina si è innescato un vero e proprio passaparola per andare a difendere il loro ospedale “Ho detto che i letti ed i comodini li paga il comune – ci spiega Marinangeli – ma almeno salvateli, non portateceli via, almeno fate dormire questa gente in pace. I medici sono tutti allibiti, questa è cattiveria. Ho dovuto chiudere la strada di accesso. Si può fare la guerra tra istituzioni?

Marinangeli con il sindaco di Montefortino, Domenico Ciaffaroni, arrivato sul posto

Marinangeli con il sindaco di Montefortino, Domenico Ciaffaroni, arrivato sul posto

Primo cittadino che aggiunge: “Avevamo anche parlato con il Prefetto, le derrate alimentari che scadevano sono state portate via,  oggi con la scusa dei medicinali in scadenza sono venuti a prendere anche comodini e letti. Lancio un appello alla  sensibilità, intelligenza e umanità. Non possiamo pensare che i cittadini di Amandola debbano essere ulteriormente umiliati in questo modo. Il comune è pronto a pagare i 10 letti che l’Asur deve comperare. Credo che siamo alle comiche per non dire altro”.

foto blocco ospedale Marinageli

Non appena appresa la notizia si è recato sul posto anche il sindaco di Montefortino Domenico Ciaffaroni, anche lui per difendere il presidio sanitario dell’area montana. Operai che nel frattempo avevano chiamato i carabinieri in quanto impossibilitati di fare il proprio lavoro.

Nella tarda mattinata è arrivato il chiarimento della Regione Marche: “”Nessuna chiusura, solo recupero del materiale che si trova nell’area inagibile” (leggi l’articolo)

Intanto il Comune di Amandola ha aperto un conto per ricevere le donazioni per la ricostruzione dell’ospedale montano,IBAN IT52 G030 6969 3601 0000 0001 677 causale: Comune di Amandola, Sisma 2016, Ricostruzione Ospedale.

amandola ospedale blocco 2

Il furgone Asur arrivato ad Amandola per portare via 10 letti

LE PRIME REAZIONI

Il Consigliere Capogruppo FI, Jessica Marcozzi, interviene sul prelievo di attrezzature in corso dall’ospedale di Amandola: “Oltre al danno anche la beffa? Non lo permetteremo. La comunità di Amandola ha dovuto già subire i danni e il terrore provocati dal sisma. Ora non ci si mettano anche le istituzioni. Non si possono strappare da un presidio medico letti e comodini contro la volontà dei cittadini e dell’amministrazione scesa in campo per opporsi a questa operazione. Quei beni vanno sì tutelati ma non li si può sottrarre a un territorio e a una comunità che già da tempo chiedono maggiori attenzioni e più funzionalità in ambito sanitario. Le istituzioni devono collaborare. E prima di arrivare a prendere decisioni che, invece di unire, dividono e gettano sale sulle ferite già aperte dei cittadini, si confrontino per il bene della comunità”.

 

foto amandola blocco


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