Quando donare normalità diventa straordinario: inizia la missione in Ghana

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Marco Renzi

 

di Maikol Di Stefano

(foto e video Federico De Marco)

Partiranno domani da Porto Sant’Elpidio, in direzione Abor, Ghana, il nuovo progetto de “I teatri del mondo”, con il progetto internazionale “I teatri nel mondo”, previsto proprio nel continente africano per il biennio 2016/2018. A raccontarlo è il direttore della manifestazione Marco Renzi.  “Il progetto che andiamo a realizzare, da domani fino al prossimo 3 ottobre si chiama ‘I teatri nel mondo’ e fa parte di uno dei tanti progetti, della rassegna teatrale per ragazzi, che soprattutto nel territorio fermano è conosciuta per la sua presenza fissa, storica, nel comune di Porto Sant’Elpidio durante il mese di luglio. Al suo interno ci sono diverse attività che lo compongono, da 7 anni ci sono anche i teatri del mondo – spiega il direttore artistico Renzi – Questa dei teatri nel mondo, al momento credo si un caso rado di un’idea che vada a modificare il concetto di internazionalità. Qui il festival non solo ospita, all’interno della propria manifestazione compagnie che vengono da una parte del mondo, ma si fa promotore di organizzare la stessa manifestazione in luoghi che sono particolari”.
Un fine sociale ben chiaro ed evidente, quello che “I teatri nel mondo”, in questi sette anni ha cercato di raggiungere nelle varie località toccate. Realtà complicate da gestire e dove anche portare uno spettacolo teatrale, diventa un tramite per ridare fiducia alle comunità, ma soprattutto ai bambini che le compongono.
“Le città e nazioni fino ad oggi scelte, sono sempre state unite da un fil rouge – prosegue Renzi – Ovvero luoghi dove il teatri-del-mondo-renzi-montegranaro-1diritto all’infanzia non deve essere dato per scontato. Andiamo in realtà le cui situazioni sono inimmaginabili, con problemi che vanno oltre la fame e la povertà. Siamo partiti sette anni fa con il primo viaggio in Etiopia, grazie all’appoggio del CVM, lì abbiamo lavorato con i ragazzi di strada. Intendiamo persone abbandonate a loro stesse, i cui genitori sono stati affetti e quindi uccisi da malattie come l’AIDS e che in una fascia d’età dove non si hanno i mezzi per affrontare la vita, si ritrovano soli con se stessi. Siamo arrivati e abbiamo attivato un laboratorio teatrale, presentando al pubblico poi il lavoro finale. Nel corso di quest’esperienza, che dura da sette anni, abbiamo sperimentato alcune cose, delle iniziative che poi non sono andate come speravamo. Ovvero, e questo resta il dispiacere più grande, non siamo riusciti a dare una continuità, anche dopo la nostra partenza”.

Non solo il continente africano, ma anche le zone dell’Europa dimenticate, martoriate dalla guerra civile o nel centro della foresta Amazzonica. I Teatri nel Mondo, sotto questo punto di vista non si sono dati limiti. “Il progetto biennale lo abbiamo portato anche a Manaus, lì abbiamo incontrato uno step che non pensavamo potessimo vedere dopo l’Etiopia. In Africa credevamo di aver incontrato gli ultimi, ma invece nel centro della foresta Amazzonica ci siamo trovati dinanzi a ragazzi più ultimi degli ultimi. Lì abbiamo incontrato i ragazzi, che vivono sotto i ponti e respirano l’esalazione di colla per combattere il senso di fame. Un’esperienza resa possibile solo dall’aiuto di un’associazione come Aloe, oltre ad un’altra realtà di volontari presente sul territorio, formata da volontari che si attivano sul posto, giorno dopo giorno, affinché migliori la loro vita.  Lì fortunatamente, anche dopo la nostra partenza, il lavoro del laboratorio è proseguito per due anni. – racconta un visibilmente emozionato Marco Renzi – La cosa bella successa a Manaus è stata di unire due realtà in difficoltà. Se per l’appunto da una parte c’erano “i ragazzi del ponte”, dall’altra c’erano i bambini delle periferie. Dopo quest’esperienza abbiamo fatto due anni in Kossovo, lavorando nei campi Rom, nella città di Scutari, lì siamo arrivati grazie ad una suora. Rispetto all’altre esperienze fatte abbiamo ci troviamo con i ragazzi che hanno creato una “compagnia” acrobatica Rom, e ancora oggi si stanno attivando affinché creino un loro spettacolo”.

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Jacopo Evangelista

Ora l’esperienza de I teatri nel Mondo è pronta però a tornare in Africa. Un gruppo di 7 volontari, quelli che partiranno da Roma con meta finale Abor. Tra di loro ci saranno due ragazzi di Varese, rappresentati del “Progetto Zatter”, uno dei volontari sarà invece di Formia, uno di San Benedetto del Tronto, rappresentate dell’associazione “Il cappellaio matto”, mentre oltre a Marco Renzi, presenti due elpidiensi come Francesca Renzi e Jacopo Evangelista. “Quest’anno partiamo con la Children’s land, di Montegiorgio. Un’associazione che in Ghana, ad Abor è da diversi anni presente. – spiega il direttore artistico della manifestazione – Saremo in un orfanotrofio, prepareremo uno spettacolo con loro come in ogni progetto e poi proporremo uno spettacolo noi animatori all’interno dei vari villaggi”. Un’esperienza che potrete seguire, direttamente sulle pagine del nostro giornale, con un diario di bordo che lo stesso Renzi terrà direttamente da Abor nelle prossime settimane. Un’esperienza unica quella de “I teatri nel mondo” che si differenza dalla manifestazione oramai “canonica” per gli elpidiensi.

“Sono due contesti diversi, dove in luoghi in cui regna il nulla più assoluto, i ragazzi sono tali anche lì. Sono bambini disposti al gioco, volenterosi di fare un percorso, c’è in loro una felicità di fondo che non riesci neanche a capire da dove può arrivare. La bellezza di questo percorso, sta nell’arrivare alla fine vedendo un gruppo di ragazzi consapevoli di quello che stanno vivendo. Si vende in maniera tangibile, una ventata di emozione che nel momento di tornare a casa percepisci – prosegue nel racconto dell’esperienza maturata in questi anni Renzi – Ci sono tante domande che ti poni, spesso a queste non sai rispondere. Io credo, poi anno dopo anno ne cerco la conferma, credo che siamo in grado di portare lo spirito del festival. Andiamo lì donando quello che da noi risulta normale, mentre lì risultata straordinario”. Un progetto biennale, nato  per la volontà di riuscire nel giro di questo lasso di tempo, operatori preparati sul campo che poi riescano a portare avanti, anche dopo il ritorno a casa del gruppo nostrano, lo spirito e i laboratori a loro insegnati.

“Il finale più bello, sarebbe riuscire ad ospitare fra qualche anno, durante la rassegna I teatri del mondo – chiude Renzi – una compagnia nata da I teatri nel mondo”. Tra i volontari alla prima esperienza assoluta, anche un elpidiense DOC come Jacopo Evangelista, che documenterà passo dopo passo, quanto accadrà in queste tre settimane. “Lo scorso anno ho avuto modo di collaborare con Marco Renzi, per il promo dei Teatri del Mondo. A distanza di un anno, soddisfatto del lavoro, lo stesso direttore artistico mi ha proposto di entrare nello staff all’interno di questo progetto. Ho dato subito il mio ok, partendo non come elpidiense, ma come cittadino del mondo – racconta Evangelista – L’obiettivo è di mostrare tutte le potenzialità di questo festival, per far capire non solo al popolo elpidiense, ma fermano in generale, quanto valgono i Teatri del Mondo. Il fine mio è quello di aiutare, questo festival, a far sì che ci sia una rivalutazione totale di un tesoro che abbiamo dentro casa. Un gioiello che non sappiamo sfruttare. Sono stati cinque giorni, quelli di quest’anno, sottovalutati come già successo in precedenza”.


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