di Nunzia Eleuteri
foto Simone Corazza
Una cerimonia molto semplice quella voluta dal nuovo Arcivescovo di Fermo per il saluto alle autorità del territorio presenti al Teatro dell’Aquila di Fermo. Un momento , quello voluto da Mons Pennacchio per confrontarsi e presentarsi, con la grande umiltà che lo contraddistingue, alle istituzioni del territorio. Presenti i sindaci dei comuni dell’Arcidiocesi guidati da quello del comune capoluogo Paolo Calcinaro. E ancora il Prefetto Maria Luisa D’Alessandro, la presidente della Provincia Moira Canigola, l’assessore regionale Fabrizio Cesetti, il presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista, il direttore dell’Area Vasta 4 Licio Livini. E ancora le massime rappresentanze di polizia, carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto e il questore di Ascoli Piceno e Fermo. I vertici delle polizie municipali ed altri rappresentanti del territorio e delle province di Ascoli e Macerata i cui comuni ricadono nell’Arcidiocesi di Fermo.
Gli onori di casa del sindaco Paolo Calcinaro:”Dovrei essere ormai abituato a parlare su questo palco ma oggi non è davvero facile – ha detto il sindaco – Il teatro dell’Aquila è definito il cuore della città e oggi ha l’onore di essere il cuore di un territorio più ampio che comprende paesi delle province di Ascoli e Macerata. Un territorio che ha bisogno di portare avanti un lavoro costante e che rappresenti un legame ancor più profondo. La presenza di Sua Eccellenza il Vescovo ci darà maggiore forza per una ricostruzione morale che questa città deve affrontare dopo un anno particolarmente difficile.
Benvenuto nella nostra città e nella nostra Arcidiocesi”.
Maria Luisa D’Alessandro, neo prefetto di Fermo, ha preso poi la parola: “Sono arrivata da poco e anche io come Mons.Pennacchio ho lasciato un’altra terra. Sicuramente c’è un po’ di nostalgia oggi per ciò che si lascia ma non ho dubbi che sarà presto un ricordo perché questa terra è accogliente e saprà mostrare il meglio e abbracciarla in una meravigliosa e proficua collaborazione”.
Poi la parola è andata alla presidente Moira Canigola: “Una comunità provata dal terremoto e dalla crisi economica dei nostri settori produttivi. Crediamo però in una ricostruzione e in una ripartenza. Il Suo arrivo ci darà una forza maggiore per raggiungere questo risultato e addirittura mirare ad una crescita.”
Fabrizio Cesetti, in rappresentanza della Regione Marche:” Il presidente mi ha delegato espressamente a rappresentarlo per darLe il benvenuto. La nostra regione è una delle più importanti d’Italia. La comunità è stata lacerata dal sisma proprio in queste province della diocesi di Fermo. Nessuna ricostruzione potrà essere efficace se noi non ricostruiamo il senso delle nostre comunità. Io credo che l’Arcidiocesi che Lei è chiamato a guidare abbia quindi un gran bisogno della Sua presenza”.
E’ stata poi la volta di Licio Livini, direttore dell’Area Vasta IV:”La sanità locale Le dà il benvenuto. I servizi che offriamo al territorio non si limitano ai ricoveri negli ospedali ma anche ai servizi domiciliari. Vogliamo fare il bene di questa comunità e siamo pronti alla massima collaborazione per la salute che non sia solo quella del corpo.”
Mons Pennacchio ha preso, infine, la parola per salutare i presenti:”Mi stavo chiedendo come avrei dovuto rivolgermi a voi..esimi..egregi…poi ho scritto cari amici”.
Applauso in sala e l’Arcivescovo ha aggiunto: “Grazie per i sentimenti bene auguranti nei miei confronti nel giorno in cui assumo il servizio di Vescovo. Non ha da fare discorsi particolari o enunciare programmi. Mi preme solo ricordare a tutti voi che la chiesa ha la missione di annunciare il Vangelo di Cristo rivelatosi a noi come uomo crocifisso e risorto. ”
Vescovo che ha poi riportato le parole di Papa Paolo VI in cui analizzava la figura dell’uomo con i suoi difetti e le sue debolezze per poi parlare del ruolo di un fedele nella società:”I Cristiani non sono indifferenti alla vita della città, al contesto socio culturale in cui vivono. Ci sono, innanzitutto, per accogliere, per dare risposte agli interrogativi più profondi che gli uomini, le donne e i giovani soprattutto oggi si pongono. Il Cristiano è invitato a vivere una passione per la politica nel suo senso originario, come amore per la città, e a partecipare responsabilmente ai diversi ambiti del vivere sociale. La costruzione del bene comune, la scelta di un’economia che metta al centro l’uomo, la cura di una giustizia sociale che garantisca i diritti fondamentali di ogni persona. La promozione di un’idea di sviluppo attenta alla dignità dal creato”.
Terminato l’incontro, Mons Pennacchio si è diretto a piedi in cattedrale, per l’inizio della solenne cerimonia d’insediamento.
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