Transazione Asja, Comune, Asite: la Procura di Ancona chiede le memorie, possibile maxi-richiesta risarcitoria da 9 milioni di euro

FERMO -La Procura della Corte dei Conti di Ancona chiede chiarimenti all'attuale consiglio di amministrazione Asite nominato dall'amministrazione Brambatti, ai Revisori dei Conti e allo stesso ex sindaco di Fermo Nella Brambatti in merito alla transazione, ritenuta potenzialmente illegittima, fatta con Asja Ambiente per quel che riguarda l'impianto a biogas

 

di Paolo Paoletti

Un invito a fornire le memorie relative alla transazione tra Comune di Fermo, Asite e Asja Ambiente per effettuare tutti gli accertamenti in vista di una possibile richiesta risarcitoria di 9 milioni di euro. La Procura della Corte dei Conti di Ancona chiede chiarimenti all’attuale consiglio di amministrazione Asite nominato dall’amministrazione Brambatti, ai Revisori dei Conti e allo stesso ex sindaco di Fermo Nella Brambatti in merito alla transazione, ritenuta potenzialmente illegittima, fatta con Asja Ambiente per quel che riguarda l’impianto a biogas.

Una vicenda intricata che non riguarda il presente ma che risale al 2007, quando l’amministrazione guidata dal sindaco Saturnino Di Ruscio insieme al presidente dell’allora cda Asite Maurizio Laurenzi mise  in atto una serie di operazioni per rientrare in possesso dell’impianto a biogas affidato in gestione ad Asja Ambiente. Il contratto decennale infatti era arrivato alla sua scadenza naturale.

Il Comune di Fermo percepiva 250 mila euro di royalties annue da Asja per tutto il periodo del contratto a fronte di una rendita in produzione di energia elettrica dell’impianto di circa due milioni e mezzo di euro l’anno. Ne è scaturita una vicenda legale complessa in cui Asite e il Comune di Fermo fecero causa ad Asja per la restituzione dell’impianto e quest’ultima si rivolse ai legali per rivendicare e far valere i propri diritti. In questa fase di battaglia nelle aule dei tribunali tutti i proventi dell’impianto a biogas vennero  bloccati dal GSE, l’autorità per l’energia elettrica. Vista la vicenda intricata e l’incertezza sul destinatario degli incassi, i soldi non riscossi, 1 milione e 900 mila euro, frutto della produzione di energia da parte dell’impianto fermano sono stati depositati e bloccati a Roma.

Non finisce qui. Durante le trattative legali tra Asite, Comune e Asja c’è stato un arbitrato (era il 2009) che aveva dato ragione ad Asite in merito al diritto di proprietà dell’impianto. Con questa forza contrattuale Asite e Comune di Fermo trattarono con Asja per ottenere delle royalties più elevate. Venne firmata una transazione dove veniva riaffidata la gestione dell’impianto a biogas ad Asja Ambiente per 20 anni. C’era però nel contratto una postilla che spiegava come la decisione definitiva dovesse sottostare all’approvazione del consiglio d’amministrazione. Da qui una ulteriore differenza di vedute. Il documento infatti portava la firma del solo presidente Maurizio Laurenzi che è il legale rappresentante della società: firma che per Asja attestava la validità della nuova convenzione e che per l’amministrazione fermana invece non significava nulla in quanto non vi era l’approvazione del consiglio di amministrazione.

Una causa che, nell’ottobre del 2011 è stata vinta, in sentenza definitiva della corte di appello, dall’Asite e dal Comune di Fermo ai quali è stata riconosciuta la proprietà dell’impianto e un credito di 9 milioni di euro oltre al 1 milione e 900 mila euro frutto dei proventi dell’energia elettrica prodotta. Non è tutto così semplice.

L’incertezza attorno ai 9 milioni di euro arriva da una serie di ‘ramificazioni’ legali e burocratiche. In primis il fatto che la sentenza riportasse un errore, condannando un soggetto sbagliato e da cui è scaturito un primo ricorso in Cassazione. Siamo solo all’inizio.

A novembre 2011 cambiano i vertici cittadini con l’insediamento prima dell’amministrazione del nuovo sindaco Nella Brambatti e poi del nuovo cda Asite presieduto da Roberto Cippitelli. Il vecchio consiglio di amministrazione, durante il passaggio di consegne, aveva segnalato la presenza dei 9 milioni di euro da riscuotere frutto della sentenza del 2011. Qui un nuovo colpo di scena. Se da una parte vengono incassati i proventi accumulati presso l’autorità dell’energia (1 milione e 900 mila euro) dall’altra arriva  la sentenza di un giudice di Roma  che sancisce la non legittimità del credito di 9 milioni di euro in quanto a fissarlo in primo grado e quindi inficiando anche sulla sentenza della corte d’appello, sarebbe dovuto essere un giudice togato e non il frutto di un arbitrato. 

E qui arriva l’ormai nota transazione segreta con Asja Ambiente in cui l’amministrazione Brambatti e Asite rinunciano ai 9 milioni di euro (ritenuti illegittimi dal giudice)  e affidano la sola manutenzione dell’impianto ad Asja dietro un accordo tra le parti.

Accordo che fornisce all’Asite le proprietà dell’impianto ma non solo. Nella convenzione viene stabilito come i proventi della vendita dell’energia verranno incassati direttamente dalla società partecipata fermana. Inoltre Asja si impegna al rinnovo dell’impianto che si trovava in scadenza, con una somma parziale stanziata da Asite e con il resto delle spese complessive coperte dalla stessa Asja. Un accordo che, secondo l’attuale cda Asite, ha generato effetti positivi consentendo alla centrale di entrare in funzione nel dicembre 2012. 

“La corte dei conti ha invitato fornire delle memorie in merito alla vicenda – spiega l’attuale presidente Asite Roberto Cippitelli – per quello che riguarda la bontà dell’operazione, sottolineo che quando siamo entrati avevamo un patrimonio di 600 mila euro ed oggi la società può vantare un patrimonio di oltre 6 milioni di Euro. Oltre a questo ha distribuito utili al comune negli ultimi due anni 2015/16 per tre milioni di Euro. Mi dicano loro dove sta il danno, di fronte a dati incontrovertibili nessuno può parlare di danni derivanti da questa operazione”.

Sul fronte opposto invece arriva la dichiarazione dell’ex presidente Asite Maurizio Laurenzi “Sono stato male a livello umano per quello che mi hanno fatto e per gli attacchi subiti – è lo sfogo a caldo dell’ex presidente Asite Maurizio Laurenzi –  sono contento che la Procura di Ancona abbia fatto luce su una vicenda per la quale avevamo subito accuse pesanti in maniera del tutto strumentale. Tute le scelte che ho fatto all’Asite sono state sempre presentate e condivise con il consiglio comunale. Abbiamo sempre e solo lavorato per il bene della città e oggi ce ne viene dato atto. L’Asite è una società pubblica e bisogna rendere conto delle proprie scelte di fronte al consiglio comunale come abbiamo sempre fatto durante la nostra gestione”

Anche l’ex sindaco Saturnino Di Ruscio si sfoga sulla vicenda e affida i suoi pensieri ad un post su Facebook: “Dopo aver subito in religioso silenzio oltre 10 anni di gogna mediatica l’unica soddisfazione è che è stata rilevata la correttezza amministrativa e gestionale dell’operato dei miei 10 anni di sindacatura. Per il resto mi spiace che l’Asite sia stata utilizzata dal centro sinistra ed in particolare dal PD come strumento contro di me e i miei ex collaboratori a spese della cittadinanza fermana che ha visto raddoppiare la tassa rifiuti. Come si dice spesso…..il tempo è galantuomo e, dico io, mette a posto ogni cosa”.

Non resta ora che attendere gli esiti degli accertamenti della Procura per capire se la vicenda potrà evolversi ulteriormente o chiudersi una volta presentate le memorie.


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