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Il segretario del PD Alessandrini: “Petrini candidato? Non me l’aspettavo; temo tolga spazio al dibattito”

FERMO - Il segretario provinciale Dem sulla candidatura a leader regionale del Pd dell'ex parlamentare: "Avevo portato avanti un percorso condiviso con tutta la federazione, in questo momento non credo che le divisioni rappresentino una ricchezza"

di Pierpaolo Pierleoni

“La candidatura di Petrini? No, non me l’aspettavo. Non credo che agevolerà il dibattito nel partito, temo invece che si parlerà solo di candidati e si toglierà spazio proprio al confronto”. Parla dalla sede della federazione fermana, il leader provinciale del Pd Fabiano Alessandrini. La stessa da dove, tra 24 ore, l’ex parlamentare Paolo Petrini lancerà ufficialmente la sua corsa verso la leadership regionale del partito per le primarie in programma il 2 dicembre. Appena una settimana fa, Alessandrini aveva raggiunto l’accordo, insieme agli altri responsabili di federazione, sulla candidatura unitaria del pesarese Giovanni Gostoli, di cui in caso di vittoria dovrebbe essere vice.

Ma proprio dal Fermano è arrivato un nome di peso ad accendere la competizione. “Ho portato avanti un percorso per diversi mesi, discusso in segreteria, in federazione ed allargato all’assemblea degli iscritti il dibattito in vista del congresso regionale – ricorda Alessandrini – Abbiamo preso un indirizzo chiaro, con il progetto Marche sud, cioè l’impegno di Fermo, Macerata ed Ascoli ad esprimere una candidatura unitaria. Speravamo potesse toccare ad un esponente del Fermano. Alla fine di questo percorso, durante il quale non ho mai sentito Petrini opporsi, si è tentata una candidatura unitaria, con tutte e 5 le segreterie provinciali d’accordo. Ci mancherebbe, ognuno è libero, non ci sono ordini di scuderia”.

Petrini ha detto di voler incentivare il confronto all’interno del partito, ma secondo il segretario provinciale, “in questo momento, io ed altri, non siamo convinti che una pluralità di candidature sia una ricchezza. Prevarrà l’aspetto interpersonale, si discuterà sui candidati alla segreteria togliendo spazio al dibattito sui temi. Avremmo dovuto parlare di riorganizzazione del partito e delle prospettive verso le elezioni regionali. Lo avremmo fatto con più tempo, più lucidità, meno tensioni, perchè una competizione, se pur interna al partito, è sempre una competizione”.
Sulle critiche di Petrini alla mancanza di una guida regionale del Pd, Alessandrini ammette: “Questo è oggettivo, non lo dice solo lui, lo abbiamo riconosciuto tutti. Da quando l’ex segretario regionale Comi si è candidato in Parlamento e si è dimesso, è mancata una guida”.

L’ex deputato non ha usato mezzi termini nell’ipotizzare la necessità delle Primarie per il prossimo candidato presidente della Regione. “E’ vero che le primarie sono uno strumento previsto da statuto – nota Alessandrini – ma quando c’è un sindaco o un presidente uscente, in genere si tende a confermarlo. Giusto per restare in casa di Petrini, qualche mese fa a Porto Sant’Elpidio c’era un sindaco uscente ed è stato confermato, nessuno ha ipotizzato le primarie, non se ne è nemmeno parlato. Si è ritenuto fosse il candidato migliore e meritasse di continuare. Allora o si mette apertamente in discussione il governatore Ceriscioli, oppure quello delle primarie mi sembra un sotterfugio”.

Non vede un partito spaccato in provincia, Alessandrini. “Più che dal Fermano, la questione è nata ad Ancona su input del sindaco Mancinelli”. Paolo Petrini nei giorni scorsi parlava anche di una candidatura, la sua, espressione dei sindaci, rispetto a quella degli apparati. “Mi pare una lettura forzata – conclude il segretario provinciale Dem – io gli apparati li ho sempre avuti contro, il candidato alla segreteria regionale è molto giovane, come anche altri segretari di federazione. Tutti sono stati eletti con maggioranze bulgare o come candidati unitari. Evidentemente avevamo un consenso alle spalle. Capisco che in chiave elettorale ognuno tenti di giocare le sue carte, ma non dimentichiamoci che sono primarie interne al partito, spero si resti nei limiti del reciproco rispetto”.


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