“Riteniamo inaccettabile il fatto che il settore primario venga unanimemente riconosciuto quale comparto strategico, ma nonostante ciò non sia beneficiario delle risorse necessarie per la liquidità”. Lo afferma il presidente della Copagri Marche Giovanni Bernardini sulla base dei contenuti della bozza in circolazione del Decreto-Legge con disposizioni urgenti per il sostegno alla liquidità delle imprese e all’esportazione. cosiddetto DL liquidità, licenziato durante l’ultima riunione del Consiglio dei ministri.
“Nella bozza in nostro possesso si fa chiaramente riferimento a parametri (bilanci ed altri elementi) non previsti per il settore agricolo, ne consegue che allo stesso è preclusa la possibilità di accedere a questa opportunità; fatta questa dovuta premessa, riteniamo il provvedimento insufficiente a garantire gli strumenti per favorire la ripartenza post-emergenza Coronavirus, in quanto, sempre dai testi attualmente in circolazione, sembra prevedere finanziamenti per un massimo di 6 anni e non quindi strumenti a lungo termine da noi ripetutamente richiesti per risolvere il Paese e il settore primario, con durata ventennale o meglio ancora trentennale”, spiega Bernardini.
“Tale impostazione, sebbene consenta indubbiamente l’erogazione del credito, lascia il problema di una rata importante, che a lungo andare rischia di mettere in seria tensione finanziaria le imprese”, aggiunge il presidente.
“Altro elemento assolutamente da non trascurare è il costo del finanziamento, così come quello della garanzia, che non è gratuita ma onerosa; gli istituti di credito, infatti, potranno applicare gli interessi, con un onere a carico delle imprese molto importante. Ribadiamo pertanto l’assoluta inadeguatezza dello strumento introdotto dal Governo”, rimarca Bernardini.
“Pur riconoscendo i positivi intenti di una così importante operazione di liquidità per le imprese, siamo convinti del fatto che se lo strumento introdotto non è funzionale alla ripartenza, e anzi rischia di creare ulteriori tensioni finanziarie, forse è il caso di ‘aggiustare’ il tiro, innanzitutto includendo il settore primario e poi approntando degli strumenti finanziari più a misura di impresa”, conclude il presidente della Copagri Marche.
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