Fiaccolata per Emmanuel,
l’abbraccio dei fermani alla moglie (il video)

Lo strazio di Chimiary (video di Gianfranco Mancini)
Chiniary, la moglie di Chidi Namdi Emmanuel durante la veglia di questa sera

Chimiary, la moglie di Chidi Namdi Emmanuel durante la veglia di questa sera

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di Alessandro Giacopetti

Fiaccole accese sul prato del seminario, dove fino a ieri Emmanuel Chidi Namdi  era ospitato con la moglie, canti, preghiere, lacrime. Una figura si staglia nella penombra, una sola, vestita di bianco, tra le centinaia di persone presenti. E’ Chimiary, la moglie di Emmanuel, seduta, distrutta, con in mano la foto del consorte che un folle gesto di violenza inaudita le ha per sempre strappato dalle braccia.

Il primo a provare a reagire, e a spingere tutti a farlo, dopo la conferenza di questa mattina, è ancora lui, don Vinicio Albanesi: “Non volevo che questo episodio diventasse una zuffa finita male, perché è stata una provocazione: fredda e violenta”. Riparte dai contenuti della conferenza stampa convocata oggi, Don Vinicio Albanesi, nel suo intervento di fronte all’ingresso del Seminario arcivescovile di Fermo. E’ iniziata così la fiaccolata organizzata a seguito del grave fatto di cronaca accaduto in viale Veneto, culminato con la morte di Emmanuel Chidi Namdi. Presenti alla fiaccolata anche il sindaco Paolo Calcinaro, l’arcivescovo Luigi Conti,  la presidente del consiglio comunale Lorena Massucci, diversi assessori comunali e consiglieri di maggioranza e opposizione, il sindaco della vicina Porto San Giorgio Nicola Loira, rappresentanti sindacali, il presidente dell’Anpi Fermo, Carlo Bronzi, l’Imam Abdellah Labdidi. Volti noti e semplici cittadini alcuni dei quali hanno fatto la fila per esprimere personalmente solidarietà alla moglie del 36enne nigeriano: Chiniary. Lei, vestita di bianco, unica figura a stagliarsi nella penombra tra centinaia di presenti, seduta, straziata dal dolore.

ChimiaryHo chiesto all’Arcivescovo Conti di costituirci parte civile in tribunale e lui ha detto sì”, ha proseguito Don Vinicio Albanesi anticipando che nella telefonata che ha avuto con il premier Matteo Renzi, questi gli ha comunicato che, domani, il ministro Angelino Alfano sarà a Fermo. Lo stesso direttore della Fondazione Caritas in veritate ha ricevuto anche la telefonata della presidente della Camera, Laura Boldrini che ha dato la propria disponibilità ad essere a Fermo per i funerali, salvo imprevisti. “Alla base di questa vicenda c’è la storia e la dignità di una persona. Emmanuel e la sua sposa sono stati provocati, malmenati e lui ridotto in fin di vita fino a morire. Questa verità non si può transigere. Non ho odio né rancore – ha concluso Don Vinicio Albanesi – ma la verità va sempre affermata. L’attività cerebrale è ferma dalle 14 e per legge bisogna aspettare 6 ore che sono scadute alle 20. Dopo aver parlato con la moglie, con tutto lo strazio che vive, ha detto di volere il suo Emmanuel intatto ”. Non saranno, quindi, espiantati gli organi per il trapianto.

Dopo di lui ad intervenire è un visibilmente emozionato sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, che ha ricevuto la notizia mentre era a Roma. “E’ il discorso che un sindaco non vorrebbe mai pronunciare. Per una città come la nostra e per la sua comunità questa notizia è la morte della comunità. Noi seguiremo il processo come parte civile se il giudice ci ammetterà. Ho tante scuse e tante domande. Spero che solo unendosi e superando le sciocche divisioni questa città possa e debba trovare la sua forza e la sua vera natura”.

Cattura“La fede di Emmanuel, (di religione cristiana ndr)lo ha portato fin qui – ha detto l’arcivescovo di Fermo, Luigi Conti. Bisogna che questa città ritrovi i fondamenti della sua fede e il suo Dna, che è nel Vangelo. Altrimenti noi rischiamo di ingannare le nuove generazioni. La presenza di questi fratelli che arrivano da vicende tormentate, sopravvissuti a torture e dobbiamo accoglierli”.

Nel frattempo il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha lanciato un messaggio di cordoglio su Facebook: “Suscita sgomento e indignazione la notizia del richiedente asilo nigeriano pestato a morte a Fermo. Un uomo che era venuto via dal suo Paese per scampare alla ferocia dei terroristi di Boko Haram ha perso la vita qui da noi, in Italia, sotto i colpi dell’odio razzista e xenofobo. Mi addolora ancor di più che questo fatto orribile sia avvenuto nella mia regione, che è sempre stata terra di solidarietà ed accoglienza. Abbraccio nel modo più affettuoso la giovane compagna dell’uomo ucciso e mi auguro che dal territorio, già investito nei mesi scorsi da episodi inquietanti come gli attentati alle chiese della zona, arrivi la risposta più netta capace di isolare ed espellere i violenti”.

E poi ci sono loro, i ragazzi e le ragazze ospiti al Seminario. “E’ un fatto brutto perché noi cerchiamo sempre di collaborare con i fermani. Se una persona ha fatto questo, non significa che tutti siano così”. Lo dice Alhagie, ragazzo ventenne del Gambia, ora ospite a Fermo. “E’ bello vedere la presenza di molti fermani qui stasera in segno di vicinanza a noi”.

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Il sindaco Paolo Calcinaro con monsignor Luigi Conti e don Vinicio Albanesi

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