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Camera di Commercio, scaduti i termini per il ricorso: sette consiglieri chiedono le dimissioni di Di Battista, Santori e altri componenti di giunta

FERMO - Nazzareno Di Chiara, Paolo Felici, Vittorio Ferracuti, Alberto Palma,  Maurizio Piergallini, Mauro Pieroni, Massimo Valentini parlano di atto: "Atto grave in spregio alla Istituzione che si dovrebbe rappresentare "

Sono ufficialmente scaduti i termini per il ricorso al presidente della Repubblica a favore della Camera di Commercio Marche sud e tornano a farsi sentire i consiglieri camerali fermani   Nazzareno Di Chiara, Paolo Felici, Vittorio Ferracuti, Alberto Palma,  Maurizio Piergallini, Mauro Pieroni, Massimo Valentini.

I sette in questione puntano il dito contro  i componenti della giunta.   “Graziano Di Battista, Andrea Santori e altri componenti della Giunta della CCIAA di Fermo hanno fatto scadere i termini per la presentazione del ricorso al Presidente della Repubblica avverso al Decreto che determina le nuove circoscrizioni territoriali delle CCIAA e che prevede per la Regione Marche solo una Camera di Commercio. Il fatto è gravissimo in quanto i suddetti si sono sottratti a una delibera del Consiglio Camerale che aveva deliberato da tempo il ricorso con nessun voto contrario. Non è lecito sottrarsi a precisi doveri istituzionali che il ruolo ricoperto impone e tale atto mina alla radice il rapporto di fiducia che a suo tempo aveva portato alla loro nomina da parte del Consiglio Camerale stesso. Non potrà essere governata la CCIAA di Fermo senza questo rapporto fiduciario e le dimissioni del Presidente e dei componenti della giunta appaiono l’unica strada per ristabilire le condizioni per un governo dell’ente. Ma come è possibile che sia stato perpretato un atto così grave in spregio alla Istituzione che si dovrebbe rappresentare ? Rispondere a questa domanda è fondamentale perché ci fa capire la vera battaglia che è in corso”.

I sette consiglieri lanciano accuse pesantissime: “L’Amministrazione Regionale ha da sempre forzato sulla Camera Unica Regionale senza prendere minimamente in considerazione le richieste dei territori e i vertici regionali di buona parte delle associazioni imprenditoriali si sono unicamente preoccupati di garantire accordi regionali per la spartizioni dei posti nel futuro organigramma della Camera Unica Regionale acconsentendo all’impostazione di centralizzazione che il Governo della Regione dal suo insediamento sta perseguendo . I vertici di buona parte delle associazioni imprenditoriali regionali accettano questa subalternità alla politica pur di garantire rendite di posizione necessarie per mantenere i propri apparati in crisi. E’ una sistema in crisi sia dal versante politico che insegue ancora i miti di un centralismo sempre inefficiente, sia dal versante associativo che nei suoi organi regionali non rappresenta più le imprese dei territori . Graziano di Battista, Andrea Santori e altri componenti della giunta della CCIAA di Fermo sono stati i garanti a livello locale di questi accordi regionali e di questa impostazione che non voleva che a Fermo fosse attivato il ricorso che aveva tutte le sue ragioni sia giuridiche che politiche. La rappresentanza di un territorio, di tanti imprenditori che peraltro in larga parte non partecipano alle associazioni imprenditoriali, non può essere delegata a persone che arrivano a compiere atti così gravi all’interno di una Istituzione come la Camera di Commercio”.

Da qui la richiesta dei sette: “Chiediamo al nuovo governo di attivarsi in primis per la sospensione degli effetti del Decreto che prevede per la Regione Marche un’unica Camera di Commercio in modo si possa perseguire l’obiettivo di averne due garantendo così rappresentanza e presenza nei territori. Chiediamo inoltre che dopo la sospensione si metta mano ad una riforma reale e necessaria delle CCIAA in quanto la precedente, che ha generato il succitato decreto, praticamente si è ridotta solo ad imporre accorpamenti e a ridurre il diritto camerale. Occorre ridefinire le funzioni delle CCIAA in modo da sostenere le continue e profonde innovazioni che le imprese devono attivare per rimanere sul mercato, occorre inserire criteri meritocratici nell’uso delle risorse per le governance camerali, occorre non delegare alle associazioni imprenditoriali controllate dalla politica le rappresentanze imprenditoriali all’interno degli enti lasciando una libertà di scelta diretta ai singoli imprenditori e in tal modo anche le associazioni imprenditoriali possono recuperare la loro necessaria funzione, occorre garantire presenze in territori omogenei . Occorre infine ristabilire le regole di un sano rapporto tra politica e cciaa in modo che ciascuno persegua il proprio ruolo in una dimensione collaborativa e non di controllo indiretto”.


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