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Torna la regista Debra Granik con “Senza lasciare traccia”

Per gli appassionati di cinema la recensione di Eraldo Di Stefano

Adattamento cinematografico del romanzo My Abandonment di Peter Rock, la storia parla di un padre senzatetto e una figlia in un’odissea nel nord-ovest del Pacifico. Piacevole scoperta del film è l’attrice adolescente Thomasin McKenzie, che interpreta Tom.

Impersonando la figlia devota di Will (Ben Foster), un veterano traumatizzato che vive illegalmente in un parco pubblico, la McKenzie esibisce contemporaneamente una qualità d’animo tipica di un bambino mischiata a quella di un essere umano che vuole custodire suo padre: ne viene fuori un personaggio indelebile che colpisce, aiutato da una sceneggiatura a luci di dialogo fatta dalla Granik e da Anne Rossellini.

La storia parte con padre e figlia che svolgono i doveri quotidiani, lavorano con il legno, rattoppano una tenda. Questa sezione del film non dura molto, eppure è utile a creare un palpabile senso di perdita quando i ranger cacciano i due protagonisti della storia dal loro campo.

E qui gli attori riescono davvero a impersonificare l’emozione che gli spettatori hanno nel cuore, sui volti si leggono paura, speranza, amore. L’immagine di un giovane in una situazione precaria, sovraccaricato a livello psicologico, che non si arrende e nel silenzio cerca di portare avanti la sua vita, colpisce profondamente.

Will non è un uomo facile, a prima vista razionale e premuroso, cambia quando viene cacciato dal suo luogo abituale, dapprima è una sensazione che con il proseguire del film si fa sempre più intensa. Quello che ha vissuto durante la guerra non viene spiegato ma evidentemente non è necessario.

Il risultato è un diario di viaggio attraverso una parte dell’America intrisa di empatia, e quando il migrare di Will e Tom giunge alla fine, con i servizi sociali che li mettono in una fattoria, è straziante e allo stresso tempo necessario per lo spettatore. E qui si comprende tutta la forza narrativa e creativa della regista.

di Eraldo Di Stefano


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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