di Federica Nardi
Attesa a gennaio, il Parco nazionale dei monti Sibillini ancora aspetta la nomina del presidente. E adesso arriva anche l’interrogazione di Francesco Acquaroli, parlamentare di Fratelli d’Italia, rivolta al ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
La nomina del presidente del Parco è materia di Regione e Stato, che devono trovare un’intesa. La Regione fornisce una terna di nomi, da cui poi il ministro decide la nomina che passa per la ratifica in Commissione ambiente. Ma una volta fornita la terna, qualcosa si è bloccato.
I nomi che circolano sono quelli di tre professori universitari: Spaterna, Santolini e Renieri. Ma in ballo ci sarebbero anche Alessandro Gentilucci, attuale presidente ad interim e la maceratese Mirella Gattari, presidente della Cia Marche.
A dicembre Fulvio Mamone Capria (capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente) aveva assicurato la nomina entro gennaio. Ma siamo ormai quasi a maggio e, nonostante i solleciti bipartisan (anche i parlamentari Pd hanno chiesto conto del ritardo), l’incarico ad interim resta ad Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina, presidente dell’Unione montana di Camerino e vice presidente del Parco che si è trovato a guidarlo in uno dei periodi più difficili, quello del post sisma.
«Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini rappresenta una risorsa molto importante per tutto il centro Italia ma anche oltre ed è fondamentale che la gestione del Parco cammini di pari passo con la gestione del territorio – dice Acquaroli -. E’ inutile sottolineare quanto il sisma del 2016 abbia creato un danno a tutto questo territorio e quindi alle potenzialità del Parco stesso. Per questo oggi risulta indispensabile unire le forze e concentrare gli obbiettivi affinché tutti i soggetti istituzionali si impegnino all’unisono nell’obbiettivo di integrare la salvaguardia e la gestione del territorio con la ricostruzione post sisma. Questa straordinaria risorsa ambientale unita al Patrimonio culturale enogastronomico sono la speranza per la rinascita e il ripopolamento di queste aree che diventerebbero ingestibili con un danno incalcolabile se invece non si dovesse raggiungere gli obbiettivi sopra elencati. Per questo chiediamo al ministro quali sono le sue intenzioni al riguardo e cioè se condividere con il territorio e le sue amministrazioni la guida del Parco stesso o se correre il rischio, come avvenuto in passato molto spesso, di decontestualizzare la gestione del Parco da quella del territorio. Oggi commettere un errore potrebbe significare compromettere la ripartenza di questo territorio».
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