di Andrea Braconi
Dalla positiva gestione Cesetti-Vallesi alla pessima fase caratterizzata dalle reggenze Perugini-Pompozzi prima e Canigola-Pompozzi oggi. Una valutazione, quella del Comitato Discarica San Biagio (LEGGI QUI), che al vice presidente della Provincia non va proprio giù.
“Noi abbiamo istituito l’ATA – spiega Pompozzi a Cronache Fermane – e fatto un coordinamento di 10 sindaci (scelti dall’assemblea dell’ATA) che si riunisce tra le 7 e le 10 volte all’anno, con la Provincia che fa da capofila. E tutti i sindaci, tra cui Ponzano di Fermo, sanno in tempo reale tutto avendo possibilità di chiedere al dirigente della Provincia o al Comune di Fermo, che siede al tavolo, informazioni dettagliate. Per fare un esempio, una bozza di accordo per dover recepire i rifiuti di Ascoli passa prima sul tavolo di coordinamento, viene approvata e poi la si firma”.
Nessuna scelta d’imperio, quindi, da parte della Provincia. “Sfido con verbali e convocazioni alla mano che non ci sia confronto con i sindaci. Il comitato di coordinamento è sempre convocato e aggiornato in tempo reale su tutte quelle che possono essere considerate operazioni straordinarie, con convocazioni formali e riunioni fatte in Provincia. La questione Ascoli o quella di Ancona sono passate per il comitato di coordinamento”.
Due situazioni, quelle riguardanti i rifiuti provenienti da queste due province, che Pompozzi spiega così: “I rifiuti di Ancona, che fino a qualche mese fa venivano lavorati solo qui e poi portati via, non erano commercio, come qualcuno vorrebbe far credere, ma c’era un’ordinanza di Ceriscioli quale commissario straordinario che imponeva questo. Allora abbiamo deciso di fare una convenzione con Ancona prima di subire questa decisione, chiedendo così un prezzo superiore. Era un modo per tutelare i nostri Comuni, perché comunque quella roba con un’ordinanza del commissario sarebbe arrivata qui.
Ascoli Piceno, che abbanca qui, sta facendo in tutta fretta le pratiche per ampliare le proprie discariche, Fermo ha capienza, ci siamo seduti e abbiamo fatto un accordo di tre mesi, altrimenti anche in questo caso sarebbe arrivata tra capo e collo l’ordinanza del commissario ad un prezzo imposto. Quindi, abbiamo avallato operazioni all’interno del territorio regionale, senza subire imposizioni su durata e prezzo”.
Ancora più determinato il vice presidente della Provincia sulla sua quota in una società che ha lavorato per la discarica di San Biagio e sulla mancata pubblicazione della documentazione del proprio stato patrimoniale e relative denunce dei redditi. “Intanto non sono l’unico che ancora non l’ha pubblicato e tra l’altro lo farò a breve. Ma dirò di più: facendo la visura camerale si capisce come la mia quota sia assolutamente di minoranza, che io non ho poteri di rappresentanza legale, che non posso fare l’amministratore e che non sono assunto dalla stessa ditta. Mentre fino a più di 2 anni fa ero socio dipendente, e quindi stipendiato, dopo il mio incarico in Provincia non lo sono più. Mi sono licenziato dalla mia ditta ed è per questo che nel mio stato patrimoniale risultato ufficialmente disoccupato e in cerca di lavoro. Inutile dire, poi, che il sottoscritto in veste politica nelle pratiche che riguardano discariche e ampliamenti non è tenuto per legge a mettere bocca, lo fa il dirigente in sede di Conferenza dei Servizi. Non ho, quindi, alcune voce in capitolo su determinate pratiche”.
Il finale Pompozzi lo riserva al rapporto con lo stesso Comitato Discarica San Biagio. “Sono sorpreso da quanto affermano. Ho partecipato a due loro riunioni, di cui una a Caldarette Ete e l’altra a Capparuccia. In quest’ultimo caso la Provincia era l’unico ente presente e lì ho spiegato cosa fosse questa benedetta ATA che stava nascendo e quello che era il controllo che fa la Provincia tramite l’Arpam, perché non possono andare il nostro dirigente all’ambiente e i suoi funzionari a fare certi controlli. Mi hanno ringraziato per la presenza e per le spiegazioni, evidenziando come dal loro punto di vista la responsabilità sui rifiuti provenienti da fuori non fosse della Provincia”.
Rifiuti da Macerata e Ascoli, i dubbi del Comitato Discarica San Biagio
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