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Torre di Palme
borgo più bello d’Italia,
consegnato il vessillo ufficiale

 

di Alessandro Giacopetti

In mattinata è stato consegnato ufficialmente il vessillo di borgo più bello d’Italia a Torre di Palme. Un evento accompagnato da un giro turistico, nonostante il meteo incerto, per il borgo con amministratori locali, giornalisti e residenti. Poco dopo all’interno della sala Dorica a Tipicità, made in Marche festival, si è svolto un incontro sull’importanza dei borghi più belli d’Italia. Un anno, il 2017, che è stato decreto come quello del turismo nei borghi. Amato Mercuri coordinatore regionale Marche dei Borghi più belli d’Italia ha spiegato come, oltre alla bandiera consegnata, Torre di Palme è anche stata inserita nella guida  nazionale 2017.

“Torre di Palme, quindi, parteciperà alle iniziative previste nel programma nazionale – ha aggiunto Francesco Trasatti, assessore a Cultura e Turismo di Fermo – tra cui anche la Notte Romantica prevista per giugno. Molti di questi Comuni sono stati colpiti dal sisma e ciò deve spingerci a dare un rilancio forte dopo i problemi che abbiamo avuto negli ultimi mesi. Ci aspetta un percorso importante e Fermo sarà pronto a compierlo”. Trasatti ha concluso ricordando come:“I borghi sono realtà cittadine sotto i 15 mila abitanti, mentre Torre di Palme in quanto frazione del capoluogo ha avuto una deroga al regolamento”.   

Dopo di lui, Fiorello Primi, presidente del club I borghi più belli d’Italia ha ricordato che: “Siamo qui per ragionare sul ruolo che i borghi vogliono svolgere nell’ambio dell’anno del turismo. I borghi inclusi nel club vanno fatti diventare uno degli aspetti principali del turismo nazionale e ce ne è bisogno, perché nel corso degli anni l’Italia si è attestata al quinto o sesto posto nel mondo mentre dal punto di vista enogastronomico, storico e panoramico doverebbe essere in posizione più elevata. Dobbiamo uscire dallo stereotipo che l’Italia è fatta di 15/20 destinazioni e che siano sempre le stesse. Noi siamo un prodotto nuovo – ha detto Fiorello Primi – e non è un caso che i borghi più belli d’Italia hanno sottoscritto un accordo con ENIT, l’Ente Nazionale del Turismo che fornisce servizi nelle sedi internazionali in occasioni di promozioni. I borghi sono stati indiviuati, quindi, come nuove mete. Tutti all’estero sanno benissimo quanta cultura c’è in Italia, ma questa va fatta conoscere prima agli italiani per poi poterla diffondere nel mondo“.

 Presidente nazionale che ha aggiunto: “I borghi più belli d’Italia hanno rete nazionale con sistema di promo commercializzazione unico. Un promoter esclusivo che realizza pacchetto commerciale che gli operatori turistici possono inserire nel proprio pacchetto di offerta. C’è una casa editrice e un sistema editoriale ch punta a proporre e vendere l’Italia nel mondo. Credo sia fondamentale” ha detto Fiorello Primi sottolineando però la difficoltà che in alcuni casi vi sono nel raggiungerli. A volte, infatti, i piccoli borghi non si trovano lungo le principali vie di comunicazione.

“Altra esigenza – ha detto il presidente nazionale de I borghi più belli d’Italia – è organizzare i viaggi per i tour operator affinché si rendano conto di persona di quello che possono offrire. Ne è stato fatto uno in Veneto e Trentino. Nelle aree Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo l’esigenza di organizzarli è ancora più forte ma dobbiamo far raccontare la realtà di questo territorio da terzi perché se la raccontiamo noi è scontato. Questo concetto diventa assolutamente indispensabile e non va messo in discussione”.

Massimiliano Polacco in rappresentanza di Confcommercio ha definito questo un: “Convegno basilare perchè i borghi nel passato sono stati fondamentali per la costituzione della struttura dell’Italia visto che anticamente c’erano i castelli. Il percorso di promozioni però deve essere corretto. Far rilanciare il turismo dai borghi significa capirne prima il valore, valorizzarli e farli diventare di forte attrazione. Concludo – ha detto ancora Massimiliano Polacco – con un progetto. A Macerata, intorno allo sferisterio, stiamo creando una valorizzazione del centro storico, passando anche per i commercianti. Credo possa essere un esempio”.


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