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San Giorgio Distribuzione e Servizi,
le sfide per il 2018 di Ceccarani e Interlenghi

PORTO SAN GIORGIO – “Una società cresciuta in un quinquennio, con un nuovo organigramma che proietta la Sgds oltre il territorio comunale”. Sarà quello dell’aggregazione uno degli argomenti che la società dovrà affrontare in vista delle novità che interessano il mercato ma anche per abbattere i costi di gestione

di Sandro Renzi

 Conferenza stampa dei nuovi vertici della San Giorgio Distribuzione e Servizi, Renzo Interlenghi, amministratore unico e Marco Ceccarani, direttore. Sono loro ad illustrare le novità della società partecipata che si occupa, tra le altre cose, della raccolta dei rifiuti e della gestione della rete del gas metano a Porto San Giorgio.

“La Sgds svolge un ruolo importantissimo ed è ai dipendenti che voglio rivolgere un plauso per il lavoro che ogni giorno fanno, oltre che al direttore Ceccarani ed all’amministrazione comunale che mi ha conferito questo incarico, frutto di un lavoro avviato negli anni passati dall’ex assessore Bisonni” così Interlenghi. Uno dei punti focali che interesserà la società sarà proprio il decentramento dell’ecocentro attualmente ubicato vicino al campo sportivo.  “Una scelta che va nella direzione di riqualificare il quartiere sud come annunciato dal sindaco –spiega l’amministratore- da parte nostra ci sarà quindi sempre la massima collaborazione”.

Capitolo differenziata. Interlenghi annuncia controlli. “C’è ancora una sacca di resistenza che cercheremo di ridurre attraverso dei controlli per fare in modo che tutti conferiscano correttamente e questo potrebbe portare ad una riduzione della Tari”.

E se quello delle imposte resta un tema sempre di attualità per i cittadini-contribuenti, altro tema caldo è quello della implementazione delle isole tecnologiche attraverso un graduale passaggio dal porta a porta spinto ai centri per il conferimento dei rifiuti come già avviene al quartiere nord. “La società è inserita all’interno del piano di protezione civile –prosegue Interlenghi- questo significa che in caso di calamità anche noi siamo chiamati ad intervenire”. Una società che si apre alla città “per essere punto di riferimento”. Tanto da aver richiesto una serie di incontri con le associazioni, con la Procura, la Prefettura ed il comune di Fermo subito dopo l’insediamento dei nuovi vertici. “Massima attenzione anche ala sicurezza dei lavoratori mediante un rinnovamento del parco macchine”.

Si parla pure di sperimentazioni. Una riguarderà la lotta agli sprechi. “Fornire ai ristoratori ed ai concessionari delle vaschette dove riporre il cibo non consumato dai clienti” spiega ancora Interlenghi “ridurre il rifiuto organico per arrivare in prospettiva ad una riduzione delle imposte pagate”. Questa la visione per il futuro della Sgds. A parlare di numeri è invece il direttore Ceccarani. “Ridotto l’indebitamento del 30% in cinque anni, messo in piedi un piano industriale, un costo di gestione del rifiuto al kg in media più basso rispetto a quello che si paga in Regione”. Allo studio un nuovo piano industriale di lungo periodo che dovrà tenere conto di una nuova impiantistica, quindi un ecocentro più funzionale, e del progetto isole tecnologiche. Ma c’è anche la rete del gas su cui investire. E di soldi ne sono stati messi in questa infrastruttura, circa 600mila euro negli ultimi anni.

“Una società cresciuta in un quinquennio, con un nuovo organigramma che proietta la Sgds oltre il territorio comunale”. Sarà quello dell’aggregazione uno degli argomenti che la società dovrà affrontare in vista delle novità che interessano il mercato ma anche per abbattere i costi di gestione. Una decisione che dovrà essere presa dall’amministrazione Loira. Fusione, unione, collaborazione con altre società limitrofe? Per ora non ci si sbilancia. Ma di certo per restare competitivi la strada sembra ormai tracciata: unire le forze con altre municipalizzate. Un ambito su cui la Sgds lavorerà sarà quello della lotta all’evasione per impedire che ad esempio cittadini residenti in altri comuni possano conferire i rifiuti nell’ecocentro sangiorgese. “Ci sono molti che non pagano adeguatamente la Tari” ricorda Interlenghi. Sotto alla lente di ingrandimento finiscono allora le strutture ricettive non ufficiali, a partire dalle seconde case affittate nei tre mesi estivi. Da qui la necessità di implementare le isole tecnologiche dove l’accesso avviene attraverso le tessere. Un fenomeno che interessa soprattutto il periodo e riguarda gli affitti.

C’è infine la proposta di istituire una commissione permanente aperta ai consiglieri ed alle associazioni per confrontarsi sull’attività della azienda.


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