Massimiliano D’Eramo
Un sostituto commissario da Ascoli al Cie di Catania. E scoppia la protesta del Sap, il sindacato autonomo di polizia. “Abbiamo lungamente riflettuto se fosse il caso di emettere un comunicato sindacale circa la situazione di emergenza di personale in cui versa la Questura di Ascoli Piceno. La motivazione circa questi ripensamenti, vogliamo essere onesti – fa sapere il segretario provinciale Sap, Massimiliano D’Eramo – è sempre stata quella di non voler svegliare il can che dorme (come si suol dire) sul fatto che ad oggi, quest’Ufficio, riesce ad assicurare i servizi essenziali al cittadino dopo i fatti drammatici del sisma da poco occorso, grazie al beneficio di 10 aggregati senza i quali si metterebbero in ginocchio l’Ufficio UPG e SP ed altre importanti articolazioni.
Ma oggi scopriamo, con nostra sorpresa, che il Superiore Ministero, nella sua infinita saggezza, o ignoranza, su 107 province nella Penisola, comanda che questa Questura di Ascoli, per altro impegnata nell’affiancamento all’avvio della attività della istituenda questura di Fermo, dovrà inviare per tutto il mese di marzo un Sostituto Commissario con autista ed auto presso il Cie di Catania.
Essendoci dunque chiaro che il Superiore Ministero ha dimenticato la situazione in cui versa questo territorio, ancora oggi visitato dalle Autorità per i fatti del sisma e la mancata ricostruzione, riteniamo sia corretto rappresentare che quando si parla di terremoto finito, qui il terremoto non è finito, anzi, dopo le prime naturali fasi di soccorso alle popolazioni colpite, l’emergenzialità è proseguita e si è accentuata.
La nuova sede del commissariato di Fermo, domani questura
Qui ci sono ancora scosse seppur piccole, qui ci sono famiglie di colleghi che ad oggi sono ancora senza abitazione ospitate in appartamenti in sovvenzione, qui ci sono colleghi che hanno ancora ed avranno ancora per molto le vite stravolte da una tragedia i cui segni si porteranno per anni.
Perché quando si parla di Questura di Ascoli Piceno, bisogna tenere presente che circa un terzo dei dipendenti è residente o è stato residente nei Comuni limitrofi dichiarati zona rossa, che devono accollarsi pensieri, spese, problemi in alcuni casi addirittura seduta da psicologi pediatri per i traumi ricevuti da mesi di scosse dai loro figli.
Visto e considerato che la saggezza e la prudenza di non aver mai scritto di questi problemi non ha premiato, giova ricordare che i servizi di vigilanza alle zone rosse di questa Provincia ancora sussistono e riteniamo allora sia necessario essere chiari ribadendo a gran voce che le aggregazioni in corso presso la Questura di Ascoli Piceno devono essere rinnovate, come accade da anni in altre Questura colpite da sisma. Concludendo abbiamo chiesto al Superiore Ministero se su 107 province c’era la necessità di chiedere personale proprio ad Ascoli Piceno per prestare servizio in aggregazione, ebbene questa richiesta è caduta nel vuoto infatti non si sono degnati neanche di risponderci”.
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