“Il Fermano esiste, c’è ed è presente sia nei tavoli istituzionali sia nella Camera di Commercio unica. Questo è un fatto concreto. Sostenere il contrario, favorire spaccature, paventare indebolimenti, imposizioni e sottomissioni significa non agire per il bene del territorio. Con coloro che strillano dalle colonne dei giornali di quanto il Fermano debba farsi sentire, non possiamo condividere quasi nulla se non la volontà di dare voce a questo territorio. Per farlo, come associazioni, non solo ci siamo confrontati, ma abbiamo agito. Lo abbiamo fatto in maniera coesa, insieme. Esattamente l’opposto di quanto stanno cercando di fare sette persone che mirano solo a delegittimare chi invece opera per un bene comune”. Netta la posizione di Confindustria Fermo – Cna Territoriale di Fermo e Confartigianato Fermo in una nota a tre firme.
“Abbiamo fatto in modo che il Fermano ci fosse e ottenesse quanto di diritto per un territorio che esprime una forza imprenditoriale molto importante. Si tratta di risultati che, probabilmente, sono andati oltre ogni aspettativa. A più livelli siamo tra i principali interlocutori di istituzioni e rappresentanti del governo: un dialogo che esiste, è costante e che non può e non permettiamo venga ridotto a sudditanza di alcun tipo.
Questo è possibile perché agiamo in maniera indipendente dalla politica, sapendo bene però che la politica è un interlocutore fondamentale. E lo sarà ancora di più nelle prossime settimane se mai venisse deciso dal Governo di modificare la riforma Calenda. Solo a quel punto avrebbe senso riproporre il percorso dei due Enti camerali bocciato, non va mai dimenticato, prima da Ascoli e poi da Macerata.
Il Tavolo per la competitività e lo sviluppo del Fermano, l’ottenimento dell’area di crisi complessa sono risultati che parlano chiaro, raggiunti perché abbiamo la capacità di essere rappresentativi: siamo presenti, organizzati e strutturati per dare voce e servizi al tessuto imprenditoriale. Un tessuto da cui, noi e non i sette che si ergono a paladini dell’indipendenza, abbiamo avuto un mandato preciso, nel nome e per conto del quale parliamo e agiamo. Per senso di appartenenza e del dovere abbiamo capito che la rappresentanza del Fermano si sarebbe dovuta spostare su altri tavoli, e su quei tavoli oggi il nostro territorio c’è. Rivendichiamo con forza quanto fatto. Di fronte a ciò, leggere di “rendite di posizione garantite” non solo è scorretto, ma anche del tutto fuori luogo.
Detto questo, è lecito domandarsi quanto sia invece effettivamente rappresentativa la posizione espressa da sette consiglieri (leggi l’articolo) su ventitré, tenendo anche conto del fatto che le associazioni o forze che li rappresentano in altre province sono favorevoli alla Camera unica. Per cui, a nome di chi parlano? Non si comprende quale visione del futuro abbiano e quale tipo di dialogo costruttivo possano pensare di ottenere.
Purtroppo le dichiarazioni degli ultimi giorni, con le annesse richieste di dimissioni del presidente Di Battista, che proprio loro sette pochi mesi fa hanno confermato con forza, e della Giunta, oltre ad alimentare ulteriori invettive e rendere un’immagine di un territorio ancora una volta litigioso e diviso (quale invece non è e non può essere), risultano offensive soprattutto nei confronti delle migliaia di imprenditori che compongono le nostre assemblee e costituiscono le associazioni di categoria che rappresentiamo.
Andiamo avanti nel percorso intrapreso, sapendo di aver compiuto passi importanti e, da un certo punto di vista, crediamo storici, soprattutto se si considera quella capacità di fare fronte comune che spesso è mancata ma che oggi, anche grazie ad associazioni responsabili come quelle che rappresentiamo, è invece la caratteristica di un territorio che ha maturato una visione consapevole del proprio futuro”.
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