Una bottiglia di spumante, tre rose legate con un nastro rosso, una lattina di birra, un pacchetto di sigarette, nuovo, con solo una di queste accesa, subito spenta e riposta tra i fili d’erba. E, da ultimo, sicuramente l’oggetto più lugubre, un lumino. Strana combinazione di oggetti trovata questa mattina a Lido Tre Archi, più precisamente all’angolo tra via Togliatti e via Nenni, su un ripiano di cemento, di quelli vicino ai pali dell’illuminazione pubblica.
E c’è già chi, nel quartiere, parla di rituale magico. Nessuno, in zona, ha visto o sentito nulla ieri notte. Ma quell’associazione di oggetti, all’angolo tra due delle vie più trafficate del rione, non è certo sfuggita agli occhi di passanti e residenti. Qualcuno, a onor del vero, parla di goliardata, qualcun altro dei ‘postumi’ di un incontro amoroso. Ma a stonare, rispetto a quest’ultima versione, c’è quel lumino. E qui torna in pole position la teoria di un rituale magico praticato in Sud America. Ci sta, anche perché il rione costiero di Fermo ha una notevole concentrazioni di etnie, le più svariate, e quindi anche di culti religiosi. Oggi pomeriggio, dei vari oggetti notati in mattinata, all’angolo tra via Togliatti e via Nenni restavano solo la bottiglia, le rose e una sigaretta. Che qualche tabagista abbia raccolto il pacchetto? Che la lattina sia volata via col vento? Molto probabile. Ma l’interrogativo su cosa sia successo nel corso della nottata, in quel crocevia, e su chi abbia sistemato e perché quegli oggetti in strada, resta. Come resta, ovviamente, in piedi pure la più semplice e scanzonata teoria del buontempone di turno che si è divertito a architettare quel ‘quadretto’.
g.f.
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