di Giuseppe Fedeli *
La dimensione del tempo è stata indagata dai grandi pensatori di ogni tempo. Nella stagione estiva, presi da entusiasmi e ardori, il tempo non è quello dell’orologio, quello misurabile con strumenti umani. Il tempo è quello interiore, come ci hanno insegnato Henry Bergson e Sant’Agostino, nonché Proust nella sua insonne Recherche.
Corre una differenza tra il tempo della clessidra e il tempo interiore (temps veçu) mentre il tempo convenzionalmente stabilito scorre secondo unità di misura prestabilite- secondi, minuti, ore-, il tempo “soggettivo” obbedisce alle sue proprie leggi, ha in ciascuno di noi una “risonanza” diversa. In sostanza: quando stiamo bene e in armonia, con se stessi e il mondo, il tempo vola; quando, invece, ci si annoia, quasi sempre perché si è in attesa di “qualcosa” che non arriva mai, il tempo pare arrestarsi, il ticchettio dell’orologio è uno stillicidio. L’esortazione è, dunque, a cogliere l’occasione per riflettere (il kairos dei mistici), per farci voler bene dal tempo: scelta che porterà sicuramente piacevoli sorprese.
* giudice di pace
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