di Paolo Paoletti
MONTEGRANARO – Il Fermano, negli ultimi mesi, registra costanti quanto gravi danni ogni qualvolta piova un po’ più del normale. Questo è indubbiamente imputabile alle variazioni climatiche a cui ci stiamo gradualmente abituando e alla situazione idrogeologica venuta degenerando nel tempo. Le amministrazioni pubbliche ricoprono un ruolo fondamentale nella prevenzione di disastri derivanti dal dissesto idrogeologico, prima di tutto mantenendo monitorati e puliti i greti dei fiumi. È evidente che i danni maggiori vengano prodotti dai torrenti affluenti dei fiumi principali ed è per questo che debbono essere questi e essere maggiormente oggetto di attenzione. Per verificare lo stato delle cose, l’altra sera abbiamo affettuato un breve sopralluogo nei pressi del ponte sull’Ete Morto, sulla Strada Provinciale 30, a pochi metri dall’intersezione con la Mezzina.
Nonostante la pulizia del letto del torrente, chiesta a gran voce e finalmente realizzata lo scorso autunno, in prossimità del vecchio ponte sta tornando a sedimentarsi una notevole quantità di materiale. Evidentemente la pulizia, svolta relativamente da poco non è stata troppo approfondita: è chiaro che non basta pulire nelle immediate vicinanze dei ponti ma bisogna tenere in ordine tutto il greto del fiume, altrimenti in breve si torna da capo. Si va verso la bella stagione e, di norma, non dovremmo aspettarci grandi eventi metereologici. Ma, visto come sta cambiando il clima, forse sarebbe il caso di intervenire di nuovo e, questa volta, in maniera più meticolosa, intervenendo su tutto il corso del fiume. È compito specifico della Provincia occuparsi della manutenzione dei corsi d’acqua, uno dei pochi ruoli che ancora ricopre. Per questo è indispensabile curarsene con la massima diligenza, anche in considerazione dei pregressi che, per quanto riguarda lo specifico dell’Ete Morto, sono stati gravissimi e luttuosi.
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