Nasce un’impresa al giorno:
è sempre più ritorno alla campagna

ECONOMIA - La quota di aziende attive del settore sale a 1.562 unità nella nostra regione. Per il Bando Giovani si sono registrate richieste per oltre 146 milioni

Nel corso del 2018 sono nate 275 nuove imprese agricole dirette da imprenditori under 35. Una media che supera le 5 alla settimana e che porta la quota di aziende attive del settore a 1.562 unità nella nostra regione.

Lo rende noto Coldiretti Marche nel commentare i dati della Camera di Commercio delle Marche. Oltre il 6% in più rispetto all’anno precedente, il 5,83% del totale delle realtà che operano nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura e dell’acquacoltura. E, nota positiva, la maggior parte di esse sono state aperte nelle province terremotate: 79 in provincia di Macerata, 56 in provincia di Ascoli e 38 in provincia di Fermo. Positivo, in tutte le province, anche il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni. Un vero e proprio ritorno alla campagna per i giovani che vedono nel lavoro agricolo una possibile traiettoria del proprio futuro ma anche un modo essere protagonisti di un risorgimento dell’entroterra a rischio spopolazione e ancora, purtroppo, ancora lontano dal ritorno alla normalità dopo i danni del terremoto.

Che la terra sia appetibile alle nuovo generazioni si evince anche dal numero di domande presentate all’interno del Bando Giovani 2018: ben 191 (su un totale di 735 negli ultimi 3 anni). Tanto entusiasmo, tuttavia, è costretto a fare i conti con la burocrazia. Le Marche sono la regione italiana con la più bassa percentuale fondi europei erogati nell’ambito del Prs: appena il 17,57% allo scorso 31 dicembre.

Per il Bando Giovani si sono registrate richieste per oltre 146 milioni (per primo insediamento, investimenti, agriturismo o longevità attiva). “Ma non si tratta di un problema solo di risorse – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – I giovani devono avere priorità nel disbrigo delle pratiche. Occorre velocizzare le istruttorie per i piani di insediamento e agire sull’erogazione degli anticipi, oggi vincolati alla presentazione di fideiussioni troppo onerose e prolungate nel tempo”.


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