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Espulso torna nel Fermano, complice in due rapine crea il panico con una pistola giocattolo: bloccato dalla Polizia

FERMO - L’uomo, alla vista dei poliziotti ha tentato di nascondersi nell’androne dello stabile dal quale era uscito ma è stato inseguito, fermato e bloccato. Il nigeriano è stato accompagnato presso un Centro per il Rimpatrio dal quale, questa volta, sarà trasferito nel suo Paese di origine

Nigeriano di circa 40 anni, irregolare e senza fissa dimora sul territorio nazionale ma gravitante da tempo nel quartiere costiero di Lido Tre Archi, con comportamenti spesso borderline e costante ‘disponibilità’ nei confronti di alcuni delinquenti a fornire loro supporto, con funzioni di manovalanza, palo, piccolo spacciatore o spalla per incutere maggior timore alle vittime individuate.

Potrebbe essere questa una sorta di identikit dello straniero che nella sera di ieri è stato accompagnato dalla Polizia di Stato presso un Centro di Permanenza per il Rimpatrio dal quale, questa volta, sarà trasferito nel suo Paese di origine, come è avvenuto, alcuni giorni fa per il rumeno rapinatore seriale che per poco più di una settimana ha creato, con i suoi atti predatori violenti, un forte allarme sociale nel quartiere e nel vicino comune di Porto Sant’Elpidio.

Ma andiamo con ordine.

Si è detto che “questa volta” sarà trasferito nel Paese di origine perché le vicende connesse al suo stato di clandestinità sono state più volte oggetto degli accertamenti dell’Ufficio Immigrazione di Fermo. Già alcuni mesi fa lo straniero è stato destinatario del provvedimento di espulsione del Prefetto della provincia di Fermo e dell’ordine del Questore di trattenimento presso un Cpr.

Purtroppo, dopo l’accompagnamento presso un Centro effettuato dagli agenti della Questura di Fermo, il suo successivo trasferimento presso un altro Centro e le limitazioni determinate dalla diffusione dell’epidemia, il cittadino sedicente nigeriano, che non ha alcun documento che ne attesti la esatta nazionalità, era stato, infatti, dimesso per il decorso dei termini previsti dalla legge per il suo trattenimento, prima che le Autorità consolari della Nigeria confermassero che effettivamente lo straniero era un loro connazionale.

Solo poche settimane dopo la dimissione è pervenuta, infatti, la sua certa identificazione quale cittadino di quel Paese, nel quale poteva quindi essere riaccompagnato.

Ma nel frattempo lo straniero aveva fatto perdere le sue tracce, vagando per regioni e comuni del territorio nazionale per poi tornare nella nostra provincia nella quale sapeva di poter contare su amicizie, complicità, solidarietà ed un rifugio in cambio di piccoli lavori “sporchi”.

Tra questi, la Squadra Mobile ha accertato che almeno in due delle rapine perpetrate dal rumeno, riaccompagnato nei giorni scorsi nel suo Paese dopo essere stato trasferito l’8 febbraio, per imperativi motivi di sicurezza pubblica, in un Cpr, il quarantenne nigeriano aveva svolto la funzione di palo e di spalla; sono i casi della rapina dei soldi ai danni di un anziano e di quella dello smartphone ai danni di un giovane dei quali si è già data notizia.

Per questi reati, come per altri ancora al vaglio degli investigatori, la responsabilità del nigeriano si limitava ad una “fugace apparizione”, seppur in alcuni casi con comportamenti violenti e pericolosi, a seguito dei quali l’uomo scompariva nei palazzi del quartiere e negli altri comuni del litorale fermano; ma sempre a disposizione.

Ieri, l’epilogo del suo girovagare e dei suoi reati.

Infatti, nella mattina, è giunta alla Sala operativa della Questura la segnalazione delle presenza di un africano il quale si aggirava per le vie del quartiere con in mano una pistola, puntandola verso le persone appiedate e soffermandosi a bordo della strada rivolgendo l’arma in direzione delle auto in transito.

Minuti di concitazione che hanno determinato l’immediato arrivo sul posto delle Volanti e di personale della Squadra Mobile che si sono messi alla ricerca dell’uomo in base alle caratteristiche fisiche ed all’abbigliamento indossato comunicati nelle richieste di intervento pervenute dai cittadini.

Una caccia all’uomo durata alcune decine di minuti fino a quando una persona che corrispondeva alle indicazioni è stata vista uscire da un palazzo; l’uomo, alla vista dei poliziotti ha tentato di nascondersi nell’androne dello stabile dal quale era uscito ma è stato inseguito, fermato e bloccato.

Il controllo sulla persona ha consentito di trovare, nello zaino che portava sulle spalle, una pistola giocattolo ma apparentemente vera, privata del tappo rosso identificativo delle riproduzioni di armi per scopo ludico, ed un cubo di porfido. L’uomo è stato accompagnato in Questura e dopo il fotosegnalamento dal quale è risultato che recentemente lo stesso è stato riconosciuto quale cittadino nigeriano, l’Ufficio Immigrazione ha nuovamente attivato le procedure per il suo trasferimento presso un Cpr dopo il nuovo decreto di espulsione del Prefetto e l’ordine di trattenimento del Questore.

Così ieri sera il nigeriano è stato accompagnato presso un Centro per il Rimpatrio ponendo così fine al suo peregrinare, rendendolo indisponibile ai criminali che approfittavano del suo stato di indigenza per utilizzarlo quale complice per commettere reati predatori anche violenti ma soprattutto risolvendo in poco tempo la situazione di segnalato allarme sociale determinata dal suo girovagare armato a Lido Tre Archi.

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