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Casina delle Rose, Interlenghi: «Se svenduta saremo tutti responsabili, quanti errori sta subendo Fermo»

FERMO - La lista degli errori, secondo il capogruppo di Fermo Capoluogo, commessi dal sindaco Calcinaro e dalla giunta

Renzo Interlenghi

«Lunedì 17 settembre si compirà la volontà di chi, realmente, governa la città di Fermo (che non è questa giunta comunale), il Capoluogo della Provincia più povera delle Marche, la città dove il calo demografico ha il maggior tasso nella Regione, dove chiudono negozi e attività commerciali a decine ogni mese, la città che non è stata in grado di illuminare il territorio tanto da non avere rappresentanti nel consesso regionale (né in Consiglio né in Giunta), figuriamoci in Parlamento». L’oggetto della sua nota è ancora la Casina delle Rose su cui lunedì si compirà il secondo atto dell’alienazione. E ci sarà da vedere se questa volta, dopo il primo step andato deserto, emergerà una qualche proposta di acquisto.

Ma per Renzo Interlenghi, capogruppo Fermo Capoluogo #FermoFutura, il tema in questione è anche occasione per stilare la ‘pesante’ lista di quelli che a suo dire sono tutti gli errori commessi a Fermo. Ovviamente indice puntato sul sindaco Paolo Calcinaro.

«Fermo è la città che ha visto il sindaco allearsi con la Lega per farsi eleggere vicepresidente della Provincia più debole delle cinque e che, sulla svendita della Casina, si ritrova contro anche la Lega fermana.

La città che ospita il sindaco di Ansbach e che al Consiglio Comunale dove si riafferma il gemellaggio vede l’assenza di un alto numero di consiglieri di maggioranza, un consiglio in cui la distanza politica tra i due primi cittadini è apparsa abissale.

La città dove la Fermana in serie C e le feste di piazza non bastano a produrre una svolta e a sopperire alle tante mancanze e a dare slancio al turismo. La città dove la sanità boccheggia e si alimenta solo di sparate palliative, in un sistema che la giunta regionale programma e disegna sempre più a favore dei privati, dove i sindacati protestano e lottano per aumentare il personale socio sanitario e la risposta è sempre quella: picche. La città dove la raccolta differenziata è ancora troppo bassa e coniuga l’ambiente con campagne pubblicitarie finanziate da multinazionali del tabacco (la Bat: British American Tobacco). La città delle inaugurazioni di opere che cadono a pezzi dopo pochi mesi e di quelle che non vengono realizzate nonostante le migliaia di euro spesi (ponte sul fiume Ete). La città dove Lido San Tommaso (Tre Archi) è sfinita dalla criminalità e dalle quotidiane proteste dei cittadini inermi. La città in cui il sindaco critica in pubblico il Questore anziché difenderne l’operato. La città che si è assuefatta alla visione del “mostro di via Respighi” che a dicembre del 2020 (subito dopo le elezioni) sarebbe dovuto essere il luogo dove sarebbe sorto un supermercato per dare lavoro a decine di persone. La città che ha costretto la Steat a svenarsi e a spendere quasi 2 milioni di euro per acquistare l’area Santa Lucia, anziché 600 mila. La città che si appresta a svendere la Casina delle Rose, prossimamente la Solgas, per introitare misere somme che servono solo a far gonfiare la bolla mediatica di un sindaco che vuole andare a far parte della politica che conta, mai schierato apertamente, né di qua né di là, con Fermo nel cuore certo, perché grazie a Fermo potrà ambire a proseguire la sua cavalcata in politica, per il bene di tutti. Allora, di questo, tutti ne siamo responsabili, soprattutto quell’ampia maggioranza che l’ha votato e che ne ha sdoganato ogni capriccio e, in parte, coloro che hanno permesso che ciò accadesse facendo cadere la giunta Brambatti, mettendola alla gogna, una giunta seria che, di sicuro, avrebbe fatto bene alla nostra città che non sarebbe stata trattata come un taxi, ma come un capoluogo di Provincia merita. Avevo chiesto a tutta la sinistra di essere uniti nell’ultima tornata elettorale. Così non è stato. Anche in tale scelta vi è una responsabilità. Grazie a questi innumerevoli errori la bellezza della nostra città, il suo ricco patrimonio, è in vendita e il ricavato basterà a pagare a mala pena le prossime bollette».

 


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