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«Calcinaro “pilatesco” sulla sanità. Invece con le cariche che ha dovrebbe imporsi» La controreplica del Pd

FERMO - Il segretario pd di Fermo, Iagatti, affonda il colpo. Il sindaco Calcinaro para e replica, il Pd Fermo controreplica ma nel frattempo i capigruppo di maggioranza fanno quadrato attorno al primo cittadino. E' l'andirivieni di colpi e parate tra i dem e la maggioranza su nodo sanità, dopo il consiglio comunale aperto. Il tutto in attesa della conferenza stampa dei dem, in programma per mercoledì prossimo. Insomma la sanità torna prepotentemente alla ribalta come pomo della discorda tra opposte fazioni a Fermo.

Alessandro Iagatti

Il segretario pd di Fermo, Iagatti, affonda il colpo. Il sindaco Calcinaro para e replica, il Pd Fermo controreplica ma nel frattempo i capigruppo di maggioranza fanno quadrato attorno al primo cittadino. E’ l’andirivieni di colpi e parate tra i dem e la maggioranza su nodo sanità, dopo il consiglio comunale aperto. Il tutto in attesa della conferenza stampa dei dem, in programma per mercoledì prossimo. Insomma la sanità torna prepotentemente alla ribalta come pomo della discorda tra opposte fazioni a Fermo.

Dopo le critiche mosse dal segretario cittadino del Pd, il primo cittadino, quest’oggi, ha deciso di dire la sua respingendo al mittente tutte le critiche (tesi sposata appieno anche dai capigruppo di maggioranza). Ma al circolo cittadino dei dem la replica di Calcinaro non è affatto piaciuta: «Dopo 12 giorni dal consiglio comunale aperto sulla sanità, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ha deciso di rompere il silenzio naturalmente a mezzo social. Ma, con estremo disappunto, questo non è avvenuto per difendere il documento che, come ha sottolineato, è stato votato all’unanimità da tutto il Consiglio Comunale di Fermo. Pertanto, mentre la Regione sta smantellando la sanità pubblica in favore di quella privata, invece di rispondere nel merito, ha preferito indossare le vesti di Ponzio Pilato e attaccare il Partito Democratico che quel consiglio aperto e quel documento ha voluto e votato. Sappiamo benissimo che il potere di legiferare in materia di sanità compete alla Regione, ma i molti ruoli che ricopre impongono al sindaco il dovere di alzare la voce per difendere i diritti del nostro territorio. Calcinaro da nove anni è sindaco della città capoluogo della Provincia, del quale è anche vicepresidente, e presidente della conferenza dei sindaci, organo con funzioni di indirizzo e controllo sull’attività socio-sanitaria del territorio oltre che di partecipazione alla programmazione di detta attività: inizi a battere i pugni sui tavoli di Acquaroli e Saltamartini e pretenda che quel documento venga approvato dalla giunta regionale. Dispiace vedere come, invece, si allinei alle dichiarazioni populiste di esponenti della destra che ripetono, come un mantra, che la colpa sarebbe sempre e solo degli altri e di chi c’era prima».

Il primo cittadino ha fondato la sua replica sui numeri. E anche su questi il Pd controbatte: «I numeri impietosi di cui parla riguardano forse la costruzione del nuovo ospedale, voluto e approvato dal Pd? O si riferisce alla gestione della pandemia? Oppure non sa che i ritardi su emodinamica e robot chirurgico sono dovuti alla destra? Sono, forse, addebitabili al Pd le continue dimissioni di medici ed operatori sanitari degli ultimi tempi? La nuova riforma sanitaria ha moltiplicato le poltrone dei dirigenti ed è stata approvata da questa giunta. L’allungamento delle liste d’attesa degli ultimi anni è il risultato di questa gestione e sta portando numerose famiglie ad indebitarsi e qualcuno, addirittura, a dover rinunciare alle cure. Come primo cittadino è un suo dovere civico guardare ai più fragili e tutelarne la salute rappresentando i loro bisogni in Regione. Non sembra questa, a Calcinaro, una battaglia da affrontare in prima linea? Del Murri, naturalmente, nessuna parola. Che sia per mancanza di idee, o volutamente, per non mettere a bilancio una struttura di quelle dimensioni, occorre dare risposte certe ad uno dei quartieri centrali di Fermo che tra pochi anni vedrà l’ospedale trasferito altrove».

 



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