di Paolo Paoletti e Giorgio Fedeli
A segnalare l’arrivo di strani messaggi che farebbero riferimento al gioco della ‘Blue Whale’ è il papà di una ragazzina di 12 anni residente nel territorio Fermano.
Quella del gioco ‘mortale’ del Blue Whale, letteralmente tradotto Balena Blu, è la tematica del momento dopo il servizio della trasmissione Le Iene. Ragazzini che verrebbero adescati via chat per poi essere sottoposti a prove che gradualmente si fanno sempre più estreme. Dallo svegliarsi nel bel mezzo nella notte, al dover ascoltare determinata musica e guardare film specifici. E ancora dimostrare con tanto di foto al ‘gruppo’ l’esecuzione di gesti autolesionistici fino all’atto finale estremo, ovvero buttarsi dal luogo più alto della città. Un ‘gioco’ che, secondo le cronache internazionali, avrebbe causato numerose morti tra gli adolescenti. Fenomeno partito dalla Russia e che sarebbe arrivato anche in Europa.
La giovane studentessa del Fermano, lo scorso sabato sera, ha ricevuto tre messaggi via Whatsapp da un numero sconosciuto non presente nella sua rubrica. “Mia figlia ha accettato il contatto perché pensava fosse una sua amica non in rubrica. Al primo messaggio ricevuto pensava si trattasse di uno scherzo – ci racconta il genitore – ma una volta che i messaggi si sono ripetuti si è spaventata ed è venuta subito a spiegarci la situazione”.
La possibilità che si possa trattare di qualche mitomane o di uno scherzo di cattivo gusto tra ragazzini, spinti dal clamore mediatico del momento, è concreta.
Allo stesso tempo però i contenuti del messaggio che invitavano a ‘giocare’ erano reali ed è quanto mai importante fornire una corretta informazione preventiva. “Fatto sta – spiega il genitore – che i messaggi ricevuti invitavano a giocare alla Blue Whale, meglio conosciuto come il gioco del suicidio. Una volta viste le tre balene blu e l’invito a giocare, mia figlia si è spaventata tantissimo, perché fortunatamente a scuola ne avevano già parlato”.
Papà che racconta:”Vorrei che tramite il vostro lavoro riusciate a divulgare la notizia il più possibile. La mia segnalazione serve semplicemente ad invitare i genitori a controllare se anche i loro figli hanno ricevuto messaggi simili e, nel caso, informare le forze dell’ordine, perché questi messaggi stanno girando anche da noi. Resta da verificare se veri o se frutto di qualche bravata di basso livello”.
Commissariato di polizia di Fermo che, con tutte le precauzioni del caso, è già a conoscenza del fenomeno ed è a disposizione di ragazzi, genitori e personale scolastico per qualsiasi delucidazione.
“La cosa strana – ci racconta il genitore – è che dopo questi messaggi si è attivata la telecamera del cellulare e non riuscivamo più a spegnerla. Probabilmente un problema tecnico del telefono a cui si aggiunge il fatto che eravamo tutti spaventati. Però abbiamo dovuto scollegare la batteria per far spegnere tutto. Abbiamo disinstallato Whatsapp e cancellato tutto. Non sappiamo se si tratti del gioco effettivo o di uno scherzo, messaggi simili potrebbero arrivare ad altri ragazzini e crediamo sia importante aver raccontato la nostra esperienza”.
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Bene fare informazione e tenere alta l’attenzione. La consapevolezza è il primo “vaccino” contro questi “virus”.